FANO – Truffe ad anziani, due persone denunciate. La prevenzione e repressione alle truffe e, in particolare, di quelle in danno categorie sociali più deboli come quella degli anziani, costituisce, anche in questa Provincia, uno dei primari obiettivi della Polizia di Stato.
Personale della Polizia di Stato in servizio al Commissariato di Fano ha implementato le attività di controllo e di indagine, individuando gli autori di due raggiri anche tramite il monitoraggio e l’analisi del sistema di videosorveglianza cittadino e dei transiti ferroviari, in collaborazione con la Polizia Ferroviaria e la Polizia Locale.
Nello specifico, gli agenti riuscivano, svolgendo immediate indagini in un arco temporale molto ristretto, a rintracciare due truffatori, responsabili di altrettante truffe a danno di anziani a Fano, recuperando, in tal modo, tutta la refurtiva, in un caso e, una parte nell’altra.
A seguito dell’analisi del fenomeno in questione, gli investigatori del Commissariato fanese ponevano l’attenzione tramite il sistema di videosorveglianza e gli arrivi dei treni alla stazione ferroviaria nelle ore della tarda mattinata e del primo pomeriggio, orario preferito dai truffatori in quanto certi di trovare le vittime presso le proprie abitazioni.
Il modus operandi accertato dagli agenti si delineava in modo preciso: la vittima riceve una telefonata sull’utenza fissa con la quale un fantomatico medico la porta a conoscenza che la propria figlia si trova in ospedale in gravi condizioni e che, per salvarle la vita, necessita di urgenti iniezioni di un farmaco salvavita proveniente dalla Svizzera del costo di 18mila euro. Alle prime timide rimostranze della vittima di non possedere tale cifra il truffatore al telefono rincara la dose di allarme sostenendo che la situazione sanitaria della figlia era molto grave in quanto ha contratto un virus proveninete dalla Spagna con copiosa perdita di sangue dalla bocca, pertanto, viene invitata nuovamente a racimolare quanto più possibile tra soldi e monili.
A rinforzo di quanto fatto supporre e vincere definitivamente ogni possibile dubbio della vittima le comunicazione telefonica continuava facendo credere a quest’ultima di parlare con la figlia. Sebbene questa avanzasse dubbi sul tono di voce, diversa da quella della vera figlia, la donna all’altro capo del telefono giustificava la differenza con il fatto di trovarsi sotto ossigeno e di rigettare sangue, ribadendo alla madre di fare in fretta in quanto in pericolo di vita.
Vinto ogni dubbio, allarmata e confusa, la vittima viene, a questo punto, convinta a lasciare la comunicazione telefonica aperta con il chiaro intento di escludere che possa avvisare altre persone o le forze di Polizia e a prendere i soldi e attendere fuori dall’abitazione il commesso dell’ospedale per il ritiro di quanto pattuito. Cosa che, nel giro di pochi minuti, avviene con l’arrivo di una persona che ritira i soldi e i preziosi. La vittima poi riprende la cornetta telefonica in quanto la comunicazione era rimasta aperta e l’interlocutore continua ancora a invitarla a rimanere al telefono per assicurarsi nuovamente che non avverta nessuno per poi chiudere la comunicazione bruscamente.
Realizzato di essere stata truffata per un valore tra i soldi e monili consegnati di circa 7.000 euro, la vittima, a questo punto, ha avvertito la Polizia che subito attivava le indagini. L’uomo che si era recato presso l’abitazione della donna veniva identificato dagli investigatori del Commissariato e, dopo pochi giorni, rintracciato sempre a Fano dove decideva di ritornare per compiere ulteriori truffe utilizzando, anche in quest’ultimo caso, il treno proveniendo dalla vicina Romagna. I poliziotti riuscivano a rinvenire una parte dei preziosi consegnati allo stesso dalla vittima e, inoltre, consegnava volontariamente, a titolo di parziale risarcimento, 1600 euro circa.
Lo stesso veniva segnalato all’Autorità giudiziaria per il reato di truffa.
Nel secondo caso l’impianto della truffa risulta identico, variando solo alcuni termini, ovvero invece della malattia grave e del medico un fantomatico appartenente alle forze di Polizia che riferisce di un grave incidente stradale in cui il figlio della vittima è incorso necessitando, immediatamente, di soldi per le spese legali al fine di evitare il carcere. Identica risulta anche la tecnica del primo contatto telefonico sulla linea fissa, sempre all’ora di pranzo e di mantenere a lungo la comunicazione aperta per non agevolare di contattare nessuno e, inoltre, di ascoltare eventuali conversazioni in casa per avere certezza della riuscita dell’inganno. La richiesta in questo caso è di 4112 euro per le spese legali o, in assenza di tale cifra di gioielli. In preda al panico e allo sconforto, la donna raccoglie tutto quanto ha in casa, tra cui la fede di nozze del marito, anelli, lingotti di argento, orologi, un collier d’oro, e, addirittura, il “dentino” del proprio figlio che ha perso quando era bambino, per un valore di diverse migliaia di euro. Quindi, in pochi minuti si presenta sotto casa un sedicente avvocato per il ritiro di quanto pattuito.
Poiché nel frattempo l’anziano marito della vittima si era immediatamente messo in auto per recarsi ad Ancona dove era stato riferito si trovasse il figlio ed era riuscito, mentre era in viaggio, a contattare telefonicamente quest’ultimo, realizzava, pertanto, l’inganno. Nell’impossibilità di avvisare direttamente il coniuge per via del telefono di casa sempre occupato, allertava, quindi, un parente che si recava con urgenza dalla donna e subito chiamava il numero d’emergenza 112 con l’immediato intervento degli agenti del Commissariato.
Con la collaborazione della Polizia Locale e l’analisi del circuito di videosorveglianza cittadino, gli investigatori individuavano, prontamente, un’auto sospetta che, immediatamente segnalata, poco dopo, veniva rintracciata a Forlì dagli agenti della Questura rinvenendo al suo interno tutti i gioielli sottratti alla donna. L’uomo a bordo del veicolo veniva denunciato a piede libero per il reato di ricettazione.
Il consiglio della Polizia di Stato agli utenti è quello di fare molta attenzione alle telefonate che si ricevono e, in casi sopetti, di segnalare immediataente il fatto al numero di emergenza 112, possibilmente tramite un cellulare o rivolgendosi ad un vicino di casa, senza utilizzare il telefono fisso in cui si è ricevuta la chiamata.