Cronaca

Tentato omicidio ad Amandola, il 19enne fa scena muta davanti al gip

«È ancora confuso, preoccupato per il ragazzo e per sé, ho ritenuto non fosse in grado di sottoporsi a interrogatorio», ha spiegato l'avvocato Dionisi. Il giudice ha confermato il carcere. L'aggressione risale a venerdì scorso

Tribunale di Ascoli Piceno

AMANDOLA – Dal carcere di Marino del Tronto dove è recluso da venerdì scorso con l’accusa di tentato omicidio aggravato, oggi il 19enne domiciliato a Comunanza, si è avvalso della facoltà di non rispondere. «È ancora confuso, preoccupato per il ragazzo e per sé, ho ritenuto non fosse in grado di sottoporsi a interrogatorio». Così il difensore, l’avvocato Olindo Dionisi, che era con lui nell’istituto ascolano in videocollegamento col Tribunale di Ascoli, ha spiegato il motivo del silenzio davanti al gip Annalisa Giusti.
Il giudice ha convalidato l’arresto poi, in merito alla misura da applicare, ha accolto la richiesta avanzata dal pm Cinzia Piccioni per il pericolo di reiterazione del reato e ha confermato il carcere. L’avvocato Dionisi invece aveva chiesto la revoca della misura o in alternativa la sostituzione con i domiciliari col braccialetto elettronico: «Mi riservo di leggere meglio l’ordinanza – ha aggiunto il legale – e valutare un eventuale ricorso al Tribunale del Riesame. Ritengo che l’esigenza cautelare non ci sia perché il mio cliente non è un soggetto pericoloso, è un ragazzo di 19 anni, incensurato, e la vittima è in ospedale».

L’avvocato Olindo Dionisi

La vittima, un 21enne di Amandola è all’ospedale regionale di Torrette ad Ancona e le sue condizioni stanno lentamente migliorando. Venerdì scorso era stato raggiunto da diversi fendenti al culmine di una discussione con il 19enne. In base a quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Montegiorgio, venerdì scorso (26 luglio) alle 4.30 del mattino il 19enne si era presentato in un appartamento di Amandola dove il 21enne era insieme a una donna, tra i due giovani sarebbe scoppiata una discussione, poi il 19enne ha afferrato un coltello da cucina e ha colpito più volte la vittima.
Le indagini proseguono, c’è da capire anche quali siano stati i motivi alla base della violenza, la Procura contesta al 19enne l’aggravante dei futili motivi.
«Il mio cliente – ha proseguito l’avvocato Dionisi – non è andato lì per uccidere il ragazzo, da quel poco che ricorda è sorta una lite e poi è successo quello che è successo. Il coltello stava lì, non se l’è portato da casa, quindi occorrerà capire bene dove stava, come è stato usato e perché. Insomma, la dinamica esatta del fatto, che allo stato non mi sembra affatto chiara». È possibile che il giovane possa decidere di dare la propria versione dei fatti in futuro.

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