Cronaca

Tolentino, truffa aggravata alla figlia della compagna: imprenditore a processo

Imputato un 60enne. La difesa respinge gli addebiti: «Non ci sono stati né artifici né raggiri, il mio cliente ha provveduto lui alle spese quotidiane e di manutenzione della casa, le aveva anche comprato un’auto»

MACERATA – Avrebbe convinto la figlia della compagna, una volta diventata maggiorenne, ad aprire un conto cointestato, poi finita la coabitazione si sarebbe preso metà dei soldi. Imprenditore a processo per truffa aggravata. La vicenda, che presenta diversi aspetti ancora da chiarire, è finita il 23 dicembre all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata, Domenico Potetti, e del pubblico ministero Enrico Barbieri. L’imputato, difeso dagli avvocati Paolo Sfrappini e Ilaria Gamberini ha scelto di non richiedere riti alternativi e il gup ha disposto il rinvio a giudizio al 17 marzo del 2022.

La vicenda risale al 2018, quando l’imprenditore, un 60enne di Tolentino, che da anni viveva nell’abitazione della compagna (morta nel 2017) insieme alla figlia di lei, avrebbe suggerito alla ragazza di aprire un conto corrente cointestato per gestire in modo più semplice la casa e le esigenze familiari. E così era accaduto a marzo del 2018 quando la ragazza era diventata maggiorenne. Secondo la ricostruzione accusatoria su quel conto erano confluiti 365.000 euro della 18enne, frutto dell’eredità ricevuta dalla mamma, e 11.000 euro messi dall’imprenditore.
A dicembre di quello stesso anno, 250.000 euro vennero dirottati su un altro conto, sempre cointestato, in una banca di San Marino in cui lui aveva versato 14.000 euro. Due mesi dopo, però, cessata la coabitazione, l’imprenditore prelevò la metà delle somme giacenti nei due conti pari a 172.000 euro complessivi. Ma per l’accusa, il 60enne avrebbe avuto diritto solo a 25.000 euro. Ora la giovane si è costituita parte civile con l’avvocato Luciano Mancinelli – sostituito dal collega Massimiliano Cingolani -.

L’avvocato Paolo Sfrappini

La difesa, invece, respinge gli addebiti. Secondo i legali, dopo la morte della compagna l’imprenditore avrebbe continuato ad occuparsi della ragazza come se fosse suo padre, poi però lei lo avrebbe invitato ad andare via di casa e lui si sarebbe preso metà dei soldi che erano sui conti. Per i legali su quei conti c’erano anche i soldi dell’imprenditore, oltre alle somme che lui negli anni avrebbe versato per far fronte alle spese quotidiane.
«Non si tratta di una truffa – ha commentato l’avvocato Sfrappini –, non ci sono stati né artifici né raggiri, il mio cliente ha solo pensato di fare il padre, ha provveduto lui alle spese quotidiane e di manutenzione della casa, le aveva anche comprato un’auto. Che truffa sarebbe stata quella di aprire un conto cointestato nel 2018 e riprendersi la sua parte nel 2019? Se avesse voluto fare una truffa i soldi li avrebbe presi subito, non dopo un anno quando era stato mandato via. Tra l’altro aveva acceso una polizza che prevedeva che in caso di morte la beneficiaria sarebbe stata la figlia della compagna. Il mio cliente non ha commesso alcuna truffa e lo dimostreremo nel corso del dibattimento».

Il processo, dunque, si aprirà a marzo del 2022.