MACERATA – I giudici del Tribunale del Riesame di Ancona hanno disposto il dissequestro di impianto, conti e mezzi della ditta maceratese finita sotto la lente della Dda di Ancona per un presunto traffico illecito di rifiuti. A ricorrere ai giudici dorici sono stati i legali dell’imprenditore maceratese, gli avvocati Patrizia Palmieri e Leonardo Filippucci che hanno impugnato l’ordinanza emessa dal gip di Ancona su richiesta della procura ed eseguita il 7 gennaio scorso dai carabinieri Forestali del Nipaaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale) di Macerata.
Martedì scorso si è svolta l’udienza ad Ancona al termine della quale i giudici del Riesame hanno accolto le richieste dei difensori annullando l’ordinanza e disponendo la revoca del sequestro. Nello specifico erano stati sequestrati l’intero impianto e le aree dove è stata svolta la presunta attività illecita, insieme a tutti i mezzi d’opera utilizzati. I forestali avevano anche proceduto al sequestro per equivalente di denaro o altri beni per 193.800 euro attraverso il blocco dei conti correnti bancari e dei beni immobili. «Abbiamo sostenuto che non si tratta di traffico illecito – ha commentato l’avvocato Palmieri –. Anche se è stato trovato un quantitativo superiore di rifiuti rispetto al consentito, si era trattato di un deposito istantaneo, riteniamo che non ci siano le condizioni per poter configurare quel tipo di reato». E poi: «Abbiamo dedotto anche l’eccessività del sequestro che ha paralizzato l’attività. Il nostro cliente ha infatti due attività, una che riguarda i rifiuti e una il movimento terra, quest’ultima era perfettamente in regola e per entrambe le attività vengono utilizzati gli stessi mezzi. Stiamo aspettando le motivazioni, penso che verranno depositate entro breve».