SERVIGLIANO – Svolta nelle indagini sulla morte della piccola Jennifer; dopo sei mesi è stata depositata l’autopsia effettuata sul corpo della bambina di sei anni trovata morta nella sua casa di Servigliano dove si era scatenato il rogo. «La minore è morta tre ore prima dell’incendio»: la madre è ora accusata di omicidio volontario.
Era la notte tra il 7 e l’8 gennaio quando nell’appartamento di via Circonvallazione Cluentina venne rinvenuto il corpo senza vita di Jennifer, una bambina di sei anni che quella sera si trovava in casa con la mamma Pavlina Mitkova e la sorellina minore di quattro anni. In carcere, accusata di incendio doloso e di morte o lesione come conseguenza di altro delitto, era finita la mamma della minore, la 37enne bulgara Pavlina Mitkova.
L’autopsia, depositata questa mattina, cambia il capo di imputazione per la donna; la madre della minore è ora accusata di omicidio volontario con l’aggravante del rapporto di parentela. Secondo gli esami depositati nella perizia dal medico legale Alessia Romanelli, dal tossicologo Rino Froldi e dall’anatomopatologo Marco Valsecchi, la bambina sarebbe morta tra le 23 e la mezzanotte del 7 gennaio dunque tre ore prima dell’incendio che si è poi originato nell’appartamento in via Circonvallazione Cluentina a Servigliano.
Secondo il referto medico depositato dai consulenti della Procura di Fermo – a coordinare le indagini il sostituto Francesca Perlini – sul corpo della minore, che sarebbe morta per asfissia, non ci sono segni evidenti di violenza e sarebbero da escludere cause riconducibili a una morte naturale. Si attende ora il nulla osta della salma della bambina per procedere al funerale.
«Incontrerò la mia assistita (rinchiusa nel carcere di Pesaro, ndr.) la settimana prossima, con tutta probabilità martedì, in attesa che il nostro consulente Adriano Tagliabracci possa analizzare la perizia medica depositata dai consulenti della Procura» ha commentato il legale della 37enne bulgara Emanuele Senesi che assiste la donna insieme all’avvocato Gianmarco Sabbioni.
La sera dell’8 gennaio, alle 3 di notte, era stato lanciato l’allarme per un appartamento in fiamme nella centralissima via di Servigliano. Quella sera la donna, che si trovava da sola in casa con le due bambine, aveva riferito di essere stata svegliata da un forte odore di fumo e, non appena si era accorta dell’incendio, di aver cercato di portare in salvo le due figlie. Dopo essere riuscita a far uscire la figlia minore, la Mitkova aveva riferito di aver provato a entrare nuovamente per salvare anche Jennifer ma di non esserci riuscita a causa di un muro di fiamme che le avrebbe sbarrato la strada.
Due settimane dopo, il 21 gennaio, la donna è stata arrestata con le accuse di incendio doloso e di morte o lesione come conseguenza di altro delitto. Il giorno successivo alla 37enne, comparsa davanti al gip Cesare Marziali , era stato convalidato l’arresto; in quell’occasione la Mitkova si era avvalsa della facoltà di non rispondere ma si era comunque dichiarata innocente.