URBINO – Si è spento Mario Logli, pittore urbinate di fama nazionale e internazionale. Conosciuto per i suoi quadri in cui dipingeva isole volanti su cui poggiava Urbino. Una città idealizzata e portata in una dimensione fantastica. E’ uno dei temi affrontati più volte dal maestro.
L’artista è morto alle 13 di sabato 30 maggio nella sua casa di Pesaro all’età di 87 anni.
Una carriera importante. Ha frequentato l’Istituto di Belle Arti, apprendendo le varie tecniche grafiche e di incisione e specializzandosi poi in litografia sotto la guida di Carlo Ceci. Uno degli interpreti più illustri della scuola del libro di Urbino, prima di trasferirsi a Milano dove per molti anni ha collaborato con la casa editrice De Agostini come illustratore.
Ha vinto il “Premio Lombardia” e il premio “Arte Fantastica” di Stoccarda. Dopo essere stato invitato al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto, è anche invitato nel 1987 con una importante mostra personale dedicata ai luoghi della poesia Leopardiana, a rappresentare le sue tematiche nelle più prestigiose capitali d’Europa e delle Americhe. Ha partecipato anche a eventi in Giappone, Museo Laforet, Tokyo.
Amico fraterno di Paolo Volponi, aveva realizzato numerose mostre in Italia e all’estero. Aveva ottenuto il sigillo d’Ateneo dall’università Carlo Bo. Per lui anche il conferimento della cittadinanza onoraria di Urbino.
La sua Urbino ha dedicato al pittore la mostra a Palazzo Ducale “Tra Memoria e mito” nel 2017, un evento sotto la guida del direttore Peter Aufreiter molto apprezzato.
I funerali di Mario Logli, che lascia la moglie Maria Antonietta e le figlie Marcella e Laura, si svolgeranno nella città ducale il 2 giugno.
Per il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e il vicesindaco Daniele Vimini «Un artista stimato a livello nazionale e internazionale, capace di incarnare il concetto di bellezza con il suo tratto inconfondibile, contrassegnato da grandi visioni. Con le sue mostre ha portato Urbino e la cultura del nostro territorio ovunque: anche per questo gli siamo riconoscenti. Le opere di Mario Logli resteranno per sempre nell’immaginario legato a Urbino e al nostro territorio come una speciale iconografia. Così come la sua cortesia e la sua personalità saranno un ricordo indelebile per chiunque lo abbia conosciuto, in Italia e all’estero. Siamo vicini alla famiglia in questo momento di dolore», concludono sindaco e vicesindaco.
Per il rettore Vilberto Stocchi: «Mario Logli era innanzitutto un amico della nostra università e un testimonial internazionale dell’intera città. Sono particolarmente contento di avere conferito quattro anni fa il Siglllo a un artista che nelle sue opere ha spesso rappresentato un particolare periodo, quello dell’Umanesimo Scientifico, che dopo il Rinascimento pose Urbino all’attenzione del mondo come luogo di studio e di innovazione, nel quale il progresso tecnologico e scientifico era concepito come patrimonio universale, a disposizione di tutti e non di una ristretta cerchia di eletti. Un messaggio quanto mai attuale e che considero la miglior prerogativa del nostro Ateneo, tanto che ai nostri ospiti più importanti” ha ricordato il Rettore “facciamo dono di un’opera di Mario Logli che fa sintesi del nostro essere».