SENIGALLIA – La situazione del reparto di cardiologia torna al centro del dibattito cittadino dopo la notizia della sospensione dei ricoveri per alcuni giorni, a causa del guasto di un macchinario dell’Utic. Pazienti dirottati su altri poli ospedalieri solo per alcune tipologie di disturbi cardiaci molto gravi, che necessitano di un monitoraggio continuo: non tutti quindi i pazienti di cardiologia. E la situazione è in via di risoluzione entro breve. Nonostante queste informazioni, il temporaneo stop ha sollevato varie critiche, che di fatto riaccendono i riflettori su vecchie polemiche relative all’ospedale “Principe di Piemonte” di Senigallia dopo vari momenti di silenzio durante l’emergenza covid.
La questione è da ricondursi all’ambito prettamente tecnologico: il guasto riguarda la centrale di monitoraggio dell’Utic – l’unità terapia intensiva coronarica – che permette appunto di tenere sotto controllo le condizioni di persone con patologie importanti come embolie polmonari o aritmie che richiedono un monitoraggio continuo e un’assistenza specializzata. Un primo guasto si sarebbe verificato tra il 26 e il 27 giugno, poi un secondo episodio il 30 giugno e infine il giorno successivo: dopo 10 giorni e un primo intervento, ancora non si è risolta la situazione.
A denunciarla è il Comitato cittadino per la difesa dell’ospedale che sottolinea come siano «bloccati i ricoveri in cardiologia». Ma aggiungono: «Ad oggi c’è un nuova centralina pronta dentro un magazzino, ma nessuno la installa perché manca una firma. Sembra non ci sia accordo tra la direzione generale, dott. Guidi con sede a Fabriano, l’ingegneria clinica di Ancona e il provveditorato di Jesi. Il reparto, il più grande dell’Area vasta 2 con 26 posti letto oggi ridotti a 10 per l’emergenza covid-19, non può ricoverare e i pazienti vengono mandati ad Ancona o Jesi. Senza la macchina funzionante di monitoraggio intensivo per infarti embolie etc… non possono prenderli in carico. Ma allora provino a cambiare il pezzo immediatamente. Ma anche qui c’è la responsabilità della manutenzione e dei costi da sostenere e quindi: manca sempre una firma».
Non si è risolta ancora ma lo sarà a breve, assicurano dall’Asur Area vasta 2: domani, martedì 7 luglio, salvo imprevisti, giungeranno all’ospedale di Senigallia i tecnici per effettuare una nuova riparazione del macchinario che effettivamente è obsoleto per ripristinare nell’immediato tutte le funzionalità di un reparto centrale per qualsiasi nosocomio. Ancora più fondamentale per una località come la spiaggia di velluto dove i numeri dell’affluenza turistica sono in aumento: le lunghe code di auto in entrata a Senigallia testimoniano la sua attrattività ma che deve essere accompagnata quindi da serie garanzie che tutto il sistema sanitario funzioni alla perfezione per rispondere alle aumentate esigenze come in ogni estate.
Dal comitato però rincarano la dose: già «nel luglio 2017 Mangialardi, Volpini, Bevilacqua e Girolametti in consiglio comunale, di fronte ai numerosi cittadini accorsi, “promisero di congelare” la determina di giunta regionale n.361/2017 che prevedeva l’eliminazione dell’utic dalla cardiologia di Senigallia. Una perdita che avrebbe portato il reparto di cardiologia a essere non più per acuti ma per cronici. Tutti sappiamo che queste promesse non sono state mantenute: la determina è stata confermata da loro nei vari passaggi legislativi e ad oggi siamo come nel 2017: ufficialmente senza l’utic perché la determina non è stata né congelata né cambiata. Ma se le cose sono andate avanti è solo grazie al sacrificio e alla grossa responsabilità dei medici di Reparto, in numero insufficiente da anni, oggi siamo arrivati ad punto gravissimo».
Sempre dall’Area vasta 2, però, replicano spiegando che, nel frattempo, è stata espletata una gara per l’acquisizione di nuove centraline, tra i cui beneficiari figura anche l’ospedale di Senigallia, proprio per sistemare una volta per tutte la questione delle continue rotture causate dall’obsolescenza di alcuni macchinari. Come lo era stato per la tac del reparto di radiologia, per sostituire la quale ci sono voluti anni anche (ma non solo) a causa di vari imprevisti: il problema è semmai nel velocizzare gli iter burocratici, nell’accorciare la tempistica di intervento, nel sostituire i dispositivi, come sottolinea Umberto Solazzi, responsabile del Tribunale del Malato: ma a questi quesiti dovranno rispondere con atti concreti gli amministratori della sanità regionale di domani.
Un’altra sfida sarà quella di risistemare la terapia intensiva di Senigallia, altra questione cruciale: proprio per le criticità strutturali della palazzina che la ospita non è stato possibile aggiungere altri posti letto ma solo alcuni di subintensiva, anche qui facendo sollevare ben più di una perplessità. Su questo aspetto esiste già un progetto di riorganizzazione con interventi consistenti da parte della Regione e dell’Asur ma sarà compito della politica monitorare perché venga portato avanti e in tempi non biblici.