Cultura

A Mondavio ‘Still alive’, spettacolo vincitore del progetto In-Box 2023 con Caterina Marino

La pièce venerdì 12 aprile al Teatro Apollo

Still Alive
Still Alive

MONDAVIO – Composizione delicata e preziosa che fa dell’ironia il grimaldello di un racconto di debolezza personale e collettivo insieme, Still alive spettacolo vincitore del progetto In-Box 2023 con Caterina Marino – che firma anche drammaturgia e regia – e Lorenzo Bruno, giunge al Teatro Apollo di Mondavio venerdì 12 aprile per TeatrOltre, festival ideato e realizzato all’insegna della multidisciplinarietà dall’AMAT con i Comuni del territorio, palcoscenico ampio per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei realizzato con il contributo di Regione Marche e MiC.

Still alive nasce da un profondo malessere personale per indagare poi anche un male di vivere generale. Fondamentale nel percorso progettuale è l’incontro con il testo del filosofo e saggista Mark Fisher Realismo capitalista che analizza la depressione, la salute mentale e gli stati d’ansia come un fenomeno da analizzare in chiave politica e sociale e non più solo personale. L’impossibilità nel sottostare a un sistema altamente performante e produttivo diventa quindi hummus sotterraneo di Still alive.

L’attrice si trova quotidianamente a che fare con una paralizzante difficoltà del vivere, sorretta e accompagnata dalla figura di un tecnico video che è anche altro. Anzi, l’altro. Partendo da una ricerca di confronto con il mondo esterno, il lavoro si arricchisce di elementi video e interviste, ma anche di un contatto continuo con gli spettatori. Lo spettacolo, infatti, instaura da subito un rapporto diretto con il pubblico attraverso confessioni, flussi di coscienza, richieste e coinvolgimenti che ricordano a chi guarda che, nel bene e nel male, nessuno è solo.

«Non saprei dire quando è iniziato- si legge nelle note di regia – semplicemente, a un certo punto non sono più riuscita a immaginare il futuro. Dove ti vedi tra cinque anni? E tra dieci? Non mi vedo, non mi immagino. Completamente incapace di proiettarmi in un salotto, in una città, in un ruolo, meno che mai in un’idea. O in una prospettiva. Questa per me è la manifestazione concreta della depressione. L’impossibilità di pensarmi in un luogo o in uno spazio. Un’entità statica con una naturale predisposizione alla malinconia e radici ben salde nel tessuto capitalista del nostro secolo, incastrata nella generazione dei meme, del black humor, dell’ironia feroce che si fa salvifica. Still alive riflette tutto ciò, esplorando le varie fasi che attraversa il corpo depresso, tra il rifiuto e l’accettazione di una condizione non personale ma umana. Una composizione che sa di “still life”, una natura morta che si lascia osservare, inerme nella sua impossibilità. Senza mai dimenticare, citando Van Gogh, che “there is no blue without yellow and orange”, e questo è il mio tentativo di far emergere la luce. Sondando l’abisso, per poi risalire. Finché siamo qui. Finché siamo, appunto, ancora vivi».

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