ANCONA – Nuova mostra al Magazzino Muse di Ancona: alla Galleria d’Arte di via degli Aranci 1/F arriva Brahim Achir. L’artista romano, originario dell’Algeria, porterà in città i suoi dipinti di donne e paesaggi per la mostra “Visioni“, organizzata dal gallerista James Castelli in collaborazione con la direttrice artistica di Magazzino Muse, Maria Antonietta Scarpari. L’appuntamento è per sabato (9 novembre), alle ore 18 (ingresso libero).
«Siamo finalmente riusciti nell’intento che avevamo manifestato quando abbiamo aperto: e cioè portare ad Ancona artisti affermati, di fama (inter)nazionale per creare una fitta rete di scambio tra la cultura dorica e il mondo dell’arte – il commento di Scarpari – Sono davvero contenta di ospitare Brahim Achir. Le sue sono opere di straordinaria bellezza, in cui si rinviene il senso della natura e della poesia. È arte con la A maiuscola, pittura di alto livello che sarà destinata a durare».
Il gallerista James Castelli evidenzia lo stile di Achir: «I suoi quadri ruotano attorno l’arte figurativa. Chiunque può rispecchiarsi nelle donne che ritrae, la figura femminile è al centro di tutto. Si tratta di volti che non hanno né tempo né età e neppure etnia. I colori principali – l’ocra, il nero e il blu – richiamano l’Algeria, paese natale dell’artista. Con soli tre colori, peraltro abbastanza basici, Brahim riesce a creare una tavolozza e a originare visioni uniche».
Di qui, il nome dell’iniziativa, “Visioni” per l’appunto: «Sogno un mondo senza confini – sottolinea Brahim Achir – In fondo, siamo tutti abitanti dello stesso luogo, la Terra. È questa la mia visione, quella di un Paese in cui non esistano più differenze né discriminazioni». Nato ad Orano (in Algeria) 68 anni fa, Achir vive a Roma, anche se uno dei suoi più cari amici è di Ancona: «Mi parlava spesso della città, ma non ho mai avuto modo di visitarla a fondo. Sarà questa l’occasione per vederla», riflette.
«”Visioni” nasce da un discorso poetico, dall’utopia di un mondo universale che appartenga a tutti. All’Italia devo molto, oggi è un Paese diverso rispetto a 47 anni fa, quando arrivai qui. Prima era più provinciale, nell’accezione positiva del termine – precisa – Nel senso che la gente, vedendo uno straniero, mi fermava, mi chiedeva di dove fossi. Ecco, c’era curiosità e forse più umanità. Il mondo del 2024 è differente. E sicuramente lo sono anche io, che non faccio più caso a determinate cose».
«Cosa sia l’arte per me? Un mezzo che consenta di comunicare emozioni e desideri. Uno strumento in grado di far riflettere». Nei suoi dipinti, «paesaggi metafisici e quasi onirici. Luoghi immaginari – conclude Achir – come immaginario è l’idea di un mondo senza confini».