ANCONA – La storia del quartiere di «Capo di Monte» nel nuovo libro di Giovanni Fedecostante (Andrea Levi Editore). L’anconetano ha da poco pubblicato il volume che è disponibile in tutte le librerie del capoluogo (Mondadori, Feltrinelli, Fogola). Un’idea nata per caso, grazie alla guida turistica Annalisa Trasatti, conosciuta come «La sindaca di Capo di monte» per l’amore che nutre verso il rione che diede i natali a Virna Lisi (clicca qui).
Fedecostante, come nasce l’idea di un libro?
«È presto detto (ride, ndr). Mio padre era un cultore di storia anconetana e scrisse diversi libri occupandosi anche di Capo di Monte. I testi sono ormai introvabili e Annalisa (Trasatti, ndr), un giorno, mi dice che la gente era molto interessata a questa parte della città e mi propone di farlo io un nuovo libro».
È la sua opera prima?
«No, stavo già scrivendo un volume sull’albero genealogico della mia famiglia e sulle origini del mio cognome, che è nato proprio a Capodimonte ed è unico in tutta Italia».
Cos’è Capodimonte?
«Beh, insieme al rione Porto e al rione Guasco, è uno dei più storici rioni di Ancona. Erano i tempi dei Romani e dei Greci quando nacquero il quartiere del Porto e del Guasco. Ancona è nata dalla piana del Porto e alle pendici del Guasco. Da lì, si è sviluppata. La primissima espansione di Ancona si è avuta nel 1200-1300 verso Capo di Monte, il Colle Astagno. Un rione centrale che porta tutt’ora i segni della presenza del ghetto ebraico. Un ghetto chiuso e riaperto, a seconda del Papa e della dominazione di turno».
E Virna Lisi?
«È nata in piazza del Forte, nella piazzetta in alto. È stata qui pochi anni, sono riuscito a ritrovare il suo atto di nascita. Ma c’è anche il pittore Francesco Podesti».
Sette anni di ricerche?
«Sì, ho vagato per gli Archivi di Stato di Ancona e non solo. Pensi che ho trovato documenti di progetti mai realizzati: una scala da Porta Pia (vecchio baluardo di Santa Lucia) alla Cittadella, una piazza del Littorio all’ingresso del Porto, con l’idea di abbattere il Sacramento negli anni ’30 e l’utopia di radere al suolo la Cittadella».
Oggi Capo di Monte che quartiere è?
«È sempre popolare, ma vive un momento di trascuratezza. Servirebbe maggiore attenzione: a partire dalla cura del verde fino ad arrivare alle troppe buche che devastano i nostri vicoli».