Cultura

Appignano, i nuovi libri di quattro poeti marchigiani

Presso la sede del Comune la presentazione di quattro libri di poeti marchigiani appena editi o in uscita: Alessio Alessandrini, Jacopo Curi, Marco di Pasquale e Lorenzo Fava

APPIGNANO (MC) – Eravamo quattro amici (poeti) al bar. Talvolta il dilemma poesia o vita può trovare un suo punto di equilibrio, più o meno precario. Accade ad esempio quando quattro poeti (per destino?) decidono per caso, durante un aperitivo, di presentare ciascuno il libro dell’altro, in una catena fatta di amicizia e reciproca stima.

È quanto accaduto lo scorso 29 settembre presso la sede del Comune di Appignano. Quattro poeti marchigiani, Alessio Alessandrini, Jacopo Curi, Marco Di Pasquale e Lorenzo Fava. E le loro rispettive opere: I congiurati del bosco, L’immagine accanto (ed. Arcipelago Itaca), Dai sentieri divorati (ed. Transeuropa), Lei siete voi (ed. LietoColle).

«Il caso, o forse il destino, ha voluto che i nostri libri siano tutti usciti a settembre, e che quello di Alessio [Alessandrini, ndr] sia in procinto di pubblicazione», ha sottolineato Jacopo Curi, per poi iniziare ad introdurre il libro di Fava. «Lei siete voi è un titolo che a impatto crea nel lettore l’aspettativa del canzoniere amoroso. Il lei fa pensare a una o più muse, a un harem felliniano. Ma nella seconda parte Lorenzo rigira il gioco: Lei è la poesia. Questa silloge è una grande dichiarazione d’amore per la poesia, da parte di un poeta che vive quest’arte in maniera viscerale. Tra le sue caratteristiche la cura del ritmo e il messaggio che arriva come un pugno».

A seguire Alessandrini (di cui è in uscita il libro I congiurati del bosco) secondo Fava: «In Alessio non c’è mai una parola fuori posto o un concetto che non sia transitivo. Un poeta elegantissimo che sa trovare la giusta misura». Prosegue Alessandrini: «Il poeta vive, e vive molto intensamente, ha  un’attenzione superiore e più attenta per la vita».

È la volta di Marco Di Pasquale, introdotto e letto da Alessandrini: «Autore di tre libri accomunati dalla stessa voce e tensione lirica, la sua ultima fatica è Dai sentieri divorati. Quella di Di Pasquale è una scrittura molto ricercata e talvolta complessa. Non è una poesia diretta, lato che costringe il lettore a soffermarsi e a ritornare più volte sul testo. Parola chiave è “luce”, un lavorare di luce che non crea vuoti ma pieni, con tantissimi oggetti e riferimenti al mondo concreto». Significativo l’aggettivo “divorati” del titolo: «Dà la dimensione della fame di chi scrive, affamato di parola. Ma non una parola qualunque, la parola che deve ‘salvare la vita’. La parola precisa, essenziale».

Scrivere poesia è un lavoro. Ne parla con queste parole Marco Di Pasquale: «Spesso è difficilissimo e anche doloroso, ma scrivere poesia è un mestiere che abbiamo scelto con passione e con dedizione. È una missione». E prosegue sulla raccolta di Curi: «L’immagine accanto, libro a cui Curi ha lavorato per circa 10 anni, è un diario di una metamorfosi, di una vita che germoglia e stabilisce i suoi punti fermi attraverso l’esperienza. Sceglie un metodo coraggiosissimo e onesto, cioè guardarsi da fuori, vedersi vivere. È un corpo a corpo, una lotta continua contro il patto consumistico delle parole. La poesia per Jacopo è la pausa di analisi e riflessione prima di rispondere».