Cultura

Arte e Coronavirus: la speranza dipinta sulle mascherine, l’opera del maestro Carlo Iacomucci

Intervista al pittore e incisore marchigiano, già professore di discipline pittoriche, che ci racconta la sua idea di “Mascherina d’Artista” e come sta vivendo l’arte in “quarantena”.

"Mascherina Atelier " di Carlo Iacomucci

MACERATA- La speranza dipinta sulle mascherine chirurgiche, oggi divenute il simbolo della battaglia mondiale contro il nemico invisibile Coronavirus. I sette colori dell’arcobaleno inondano di luce questo periodo pieno di incertezze e infondono coraggio a quanti ogni giorno si trovano in prima linea ad affrontare l’emergenza sanitaria. Si chiama “Mascherina Atelier” l’opera d’arte realizzata dal maestro Carlo Iacomucci, pittore e incisore marchigiano, già professore di discipline pittoriche. Il Covid-19 non ferma l’arte e l’estro degli artisti che, chiusi nell’isolamento delle loro case, liberano pensieri e desideri dipingendo e interpretando “Mascherine d’Artista contro il Coronavirus”. Iacomucci ci racconta la sua “Mascherina d’Artista” e come sta vivendo l’arte in “quarantena”.

Il maestro Carlo Iacomucci mentre dipinge (Foto: TecnofrigoLB)

Maestro Iacomucci che cosa sta dipingendo in questo periodo? «Il tema delle mie opere, e quello degli artisti italiani, è il Coronavirus. Il creativo ha uno spirito sensibile, racconta sensazioni ed emozioni anche se sono negative come in questa situazione. Da più di 30 anni nelle mie opere dipingo un aquilone che in questo periodo riempio con i sette colori dell’arcobaleno per dare un messaggio di speranza».

Ci parli della sua “Mascherina d’Artista”. Che cosa ha voluto rappresentare?
«Il movimento di artisti italiani ha voluto in qualche modo interpretare le mascherine, oggi simbolo di difesa per l’uomo per non infettarsi. Ho dipinto una mascherina chirurgica rettangolare nella quale ho messo i miei manichini. Dietro ai personaggi ci sono i sette colori dell’arcobaleno, gli stessi che ritroviamo nell’aquilone che vola in alto a sinistra. L’ho intitolata “Mascherina Atelier”».

Quale messaggio vuole dare con le sue opere?
«Voglio dare un messaggio di speranza, di luce per incoraggiare tutti gli operatori della sanità, della protezione civile, le forze dell’ordine. I poeti lo fanno scrivendo versi, noi delle arti visive esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro ringraziamento al loro lavoro con segni e macchie colorate su un foglio. Lasciamo un ricordo di questo particolare momento storico».

Come stanno reagendo gli artisti al Coronavirus?
«Per quel che ho potuto constatare, per tutti lo spirito è un po’ triste e solitario. L’artista è un’anima libera, sorridente e la sua fucina è sempre molto attiva, invece in questo periodo è meno brillante perché lo spirito è offuscato da questa grande tragedia. Non si può uscire, non si può andare all’aria aperta. Io ad esempio ho bisogno del contatto con la natura per realizzare le mie opere, infatti metto l’aquilone che per volare ha bisogno del vento e quindi di stare all’aperto. Purtroppo al momento questo non è possibile».

Come si riprenderà l’arte? Che cosa spera per il futuro?
«L’arte è vita. Quando finiranno i contagi tutti noi riprenderemo brillantemente il nostro lavoro. In isolamento ci siamo rafforzati, abbiamo ragionato di più. Spero che nell’arte ci sia più realtà e che venga trasmesso alla società un messaggio di umiltà, uguaglianza e rispetto. Spero che ci sia più dialogo, venuto a mancare con i mass media, i pc, i cellulari, il digitale. Questo periodo di isolamento invece ha permesso di ritrovarsi in famiglia, di tornare a dialogare con i propri cari. Spero che possa migliorare il rapporto con tutti: tra uomini e nei confronti della natura. L’arte è vita e la speranza non deve mai mancare».

CARLO IACOMUCCI – Maceratese d’adozione, Iacomucci è nato a Urbino nel 1949 dove ha frequentato la Scuola del Libro. La sua carriera come pittore e incisore è lunga e prestigiosa. Nel 2014 ha ricevuto il premio “Marchigiani dell’anno” e tra i riconoscimenti ottenuti anche l’onorificenza di Cavaliere al merito artistico e culturale e quella di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana con decreto del Presidente della Repubblica. Dal 1973 al 2008 è stato professore di discipline pittoriche e di Educazione delle Arti Visive all’Accademia di Belle Arte di Lecce, al Liceo Artistico di Varese e di Macerata.  Ha partecipato a mostre importanti, come la 54^Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia- Padiglione Italia per Regioni, e alla Biennale Arte Contemporanea “Premio Marche 2018”, Forte Malatesta di Ascoli Piceno. Nel febbraio 2020 ha ricevuto il Premio Pegaso come miglior disegno al concorso “Pegaso” promosso dall’Istituto Superiore della Sanità.