Cultura

Chiese aperte: a Corinaldo apre quella dell’Addolorata, con la cripta delle reliquie di Maria Goretti

Dopo moltissimi anni di chiusura al pubblico sarà disponibile non solo la cripta, ma anche la cantoria, solitamente inaccessibile al pubblico, con l’organo di Gaetano Callido e i numerosi graffiti

CORINALDO – Occasione quasi unica quella di domenica 12 maggio quando sarà possibile tornare a vistare la cripta sottostante la chiesa dell’Addolorata, ambiente che accolse le reliquie della martire corinaldese Maria Goretti.

Un evento speciale che torna per la 30esima edizione di “chiese aperte”, l’iniziativa che mira a fare riscoprire i luoghi di culto che spesso nascondono anche tesori artistici e importanti storie. E la chiesa dell’Addolorata di Corinaldo è uno di questi, già luogo di sepoltura delle monache e, dopo la beatificazione e i lavori di sistemazione, fu il luogo per la conservazione delle reliquie della giovanissima santa, vittima di femminicidio.

Ma le scoperte non finiscono qui. Dopo moltissimi anni di chiusura al pubblico sarà disponibile non solo la cripta, ma anche la cantoria, solitamente inaccessibile al pubblico, con l’organo di Gaetano Callido e i numerosi graffiti nelle pareti di quel luogo che rimandano a fatti e persone di un passato lontano e recente.

Ad accompagnare il pubblico alla conoscenza della chiesa – progettata nelle forme attuali dall’architetto arceviese Arcangelo Vici e costruita tra il 1740 e il 1755 – saranno Dario Cingolani e Paola Polverari che hanno compiuto studi e ricerche sulla chiesa e sul monastero cinquecentesco delle monache benedettine di Sant’Anna. L’appuntamento è fissato per le ore 16.00.

«Ai corinaldesi e non, offriamo l’opportunità e il piacere di scoprire un luogo dalla bellezza unica e soprattutto la possibilità di accedere a spazi che in condizioni normali non possono essere visti» ha dichiarato il presidente della sede corinaldese dell’Archeoclub d’Italia, Enrico Pierantognetti, sodalizio che organizza l’evento. «Tutto ciò è stato reso possibile grazie alla disponibilità della parrocchia di Corinaldo e dei due illustri relatori che ringrazio a nome del sodalizio».

Scheda dei Luoghi

Nel 1555 otto benestanti corinaldesi decidono di costruire un monastero femminile dove monacare le rispettive figlie o nipoti. I lavori hanno inizio l’anno seguente e il complesso edilizio (monastero delle monache di sant’Anna e chiesa) viene innalzato dove in precedenza sorgeva la demolita rocca di Corinaldo. Tra il 1740 e il 1755 su disegno dell’architetto arceviese Arcangelo Vici si provvede ad innalzare l’attuale nuova chiesa. Questa, ubicata a destra del convento, lato Mura del Bargello, verrà unita ad esso in seguito ai lavori eseguiti tra il 1762 e il 1765, ugualmente progettati dal Vici. Chi osserva oggi la facciata della chiesa può, infatti, notare come l’immobile posto alla sua sinistra sia formato da due strutture di differente altezza. Quello più vicino alla chiesa si deve al già citato architetto arceviese, l’altro è il monastero originario con le modifiche succedutesi nel tempo. Il monastero arrivò ad ospitare sino a 72 monache che entravano in clausura portando una dote che poteva variare tra i 200 e i 300 scudi. La chiesa e si presenta a pianta centrale, con cupola e lanterna, ornata da un elegante e ricco interno rococò con tre altari. Il primitivo edificio adibito a chiesa, di forma rettangolare, viene demolito intorno al 1730 perché “alquanto umido per aver la strada vicino al muro anteriore molto alta” e sarà sostituito dall’attuale, consacrato dal vescovo Ippolito De Rossi il 30 settembre 1755. In occasione della visita pastorale del 1780 la chiesa viene decritta come la più elegante della diocesi e nei documenti dei primi anni dell’Ottocento è ricordata “di buona architettura, asciutta, in ottimo stato e di molto comodo”. Dedicata fin dalla sua fondazione a Sant’Anna, nel 1859 prede il nome attuale. Essa si presenta a pianta centrale, con cupola e lanterna, ornata da un elegante e ricco interno rococò con tre altari e quattro pregevoli porte lignee sormontate da tele raffiguranti santi benedettini. Sopra l’altare maggiore sono conservate la pregevolissima statua del Cristo morto risalente agli inizi del XVII secolo e quella della Madonna Addolorata che vengono portate in processione per le vie della città la sera del Venerdì Santo. La cantoria lignea posta sopra la porta d’ingresso risale al 1774 e dietro ad essa è il pregevole organo del 1766, opera di Gaetano Antonio Callido, che aveva una figlia tra le suore del convento benedettino. Le monache per l’organo corrispondono all’organaro 300 scudi, la stessa somma che il Callido nel 1777 sarà tenuto a corrispondere al monastero in occasione nell’ingresso della figlia Maria Veneranda. Il coro o cantoria viene pagato ben 600 scudi. Sotto la chiesa è situata la cripta, già luogo di sepoltura delle monache e forse dei membri della confraternita dell’Addolorata. Il 27 aprile 1947 la martire corinaldese Maria Goretti viene beatificata da papa Pio XII e la comunità cittadina provvede a liberare lo spazio e ad affidare all’architetto Antonio Dominici il compito di trasformarlo nel luogo in cui collocare la reliquia della martire. L’11 maggio la reliquia, sistemata in un’apposita teca di cristallo, viene collocata nel pilone centrale.