SENIGALLIA – «Sono stata sempre appassionata di arte, disegno, pittura e moda. Successivamente mi sono dedicata alla fotografia e solo grazie a un’iniziativa proprio nel campo della moda». E da allora non l’ha più lasciata. Per Patrizia Lo Conte – artista senigalliese classe ’54 e uno dei nomi di spicco della “scuola” del Musinf – la fotografia è un modo per esprimersi, un modo per ricercare quell’aspetto di sé ancora poco noto o del tutto sconosciuto, a noi stessi come agli altri. Un obiettivo ambizioso e, probabilmente, senza fine che passa attraverso l’autoritratto.
«Sono una senigalliese doc, ho mosso i primi passi artistici nelle aziende di moda dove studiavo tessuti, modelli e stilisti, disegnavo gli abiti, poi li indossavo e infine li fotografavo. Da lì è nata tutta la passione per la fotografia, ma senza accantonare la macchina per cucire, la passione per il disegno e la pittura: un modo per portare avanti i miei interessi ma anche per una ricerca praticamente costante che dura dagli anni ’70».
L’arte fotografica intanto si sviluppa non solo con lo studio del fotografo Mario Giacomelli, icona senigalliese e artista di fama mondiale, ma anche attraverso la partecipazione a qualche concorso fotografico, dove l’elaborazione avveniva spesso per temi. L’incontro che un po’ cambia la vita di Patrizia Lo Conte è quello con il ben noto fotoreporter di guerra, anche lui senigalliese, Giorgio Pegoli. Da quasi dieci anni va invece avanti la collaborazione con il Musinf, il museo comunale d’arte moderna, dell’informazione, della fotografia.
«Preferisco elaborare io l’idea fotografica alla base di un progetto, preferisco la ricerca all’emulazione: qui a Senigallia l’influenza di Mario Giacomelli, così come quella di tanti altri artisti noti nel panorama nazionale e oltre, è forte ed è vero che non si può fotografare più nulla senza fare richiami o citazioni. Io voglio metterci del mio, voglio che le mie foto siano espressione di una parte di me».
Tanto è forte questa idea che Patrizia Lo Conte si è dedicata anima e corpo al progetto dell’autoritratto, di cui oggi il Musinf ha un archivio dedicato in cui compaiono anche suoi scatti. L’archivio dell’autoritratto, curato da Giorgio Bonomi, è una rappresentazione al femminile di diverse donne. Diverse non solo per le caratteristiche estetiche, quanto più per le emozioni che vogliono trasmettere o per ciò che vogliono comunicare.
«Io cerco di ritrarre, come in un dipinto, le donne e la categoria femminile, affermandone di volta in volta un aspetto attraverso un lato di me. Per farlo ho scelto di fotografarmi allo specchio, in cui c’è una grande parte di noi: è solo un lato, non per forza oscuro ma semplicemente nascosto: spesso questo lato emerge per alcuni istanti quando ci guardiamo allo specchio, solo quando comprendiamo se è veramente quella l’immagine di noi che volevamo dare».
Quel lato e quegli aspetti sono parte poi di una storia che Patrizia Lo Conte vuole raccontare: storie spesso incentrate sulla sofferenza delle donne o sui disagi interiori, con molta introspezione, la stessa alla base dei suoi autoritratti fotografici.
Le fotografie di Patrizia Lo Conte si inseriscono in un contesto, quello senigalliese, dove vari fotografi e alcuni artisti tentato di renderlo vivace: un po’ una sorta di «antidoto contro il rischio di appiattimento che c’è» da quando c’è stato il boom del digitale. «In questo panorama, ovviamente prima si deve imparare il mestiere di fotografo, poi l’arte della fotografia si affina con la propria sensibilità, con i propri interessi e un proprio percorso di ricerca e di approfondimento. Io mi sto occupando di questo aspetto e nei prossimi mesi pubblicherò un lavoro d’introspezione sul carattere dei gemelli, cercando di scovare la loro anima, assolutamente diversa l’una dall’altra».
Info: patrizia009@alice.it