“Sapere che un buon libro mi aspetta alla fine di una lunga giornata, illumina di felicità tutto il giorno”
Katheen Norris
Il 23 aprile è stata la giornata mondiale della lettura e del diritto d’autore. Una celebrazione inosservata e astratta come molte, ma che proprio per questo colpisce il cuore di molti appassionati di una materia specifica. E in questo caso sono la lettura, i libri e lo scrivere per gli altri. Quest’ultimo è un sentimento ampiamente cresciuto nel tempo, ma di cui la superficialità legata necessariamente al mondo del web e dei social se ne è ritagliata una fetta. Purtroppo infatti la lettura è scesa parecchio tra i giovani e più in generale in Italia. Secondo le statistiche aggiornate al 2016, solo il 42% della popolazione legge almeno un libro all’anno. Preoccupanti i dati al sud e nelle isole, mentre qualche miglioramento si nota tra i grandi centri urbani. Il piacere di leggere un libro è stato via via soppiantato da interessi definiti “migliori” che evidentemente stanno abbattendo una sezione miliare della cultura italiana. La nostra Patria Letteraria può vantare un passato di inestimabile valore, autori e poeti che sono entrati nell’olimpo delle humane litterae. Sicuramente gli attuali maestri della penna non sono dello stesso spessore dei vari Svevo, D’Annunzio, Verga, Calvino o Tabucchi, ma anche oggi abbiamo delle piacevoli realtà che fanno progredire ancora i generi letterari in Italia, come Walter Siti, Andrea Camilleri o Elena Ferrante. Ma abbandonando il piano nostrano, all’estero si legge molto di più, c’è un rispetto maggiore verso i miti del passato. Sarebbe bello che giornate come quella della Lettura ricordino alla gente che un libro non è solo pagine, stampe e costola. Ad oggi l’aspetto libresco è purtroppo una realtà che stenta, che non riesce più a compensare il divario con il web e con la televisione. Ma chi legge sa, chi legge sa che le parole stampate su carta hanno un universo tutto loro, di gran lunga più speciale di quello televisivo. Perché chi legge è quello che legge, e chi legge tanto è molte cose.