Cultura

Hacca, casa editrice di Matelica: «Covid e sisma ci hanno piegato, ma guardiamo al futuro»

La direttrice editoriale Chiappa: «Aspettate di essere pronti e consapevoli per pubblicare qualcosa. Intanto, leggete e studiate molto. Durante la pandemia? Boom di lettori e riscoperta del digitale»

MACERATA – Una casa editrice, tante idee e 100 titoli in catalogo. Artisti emergenti di tutto il panorama nazionale e un consiglio ai giovani: «Aspettate a pubblicare. Leggete tanto e studiate bene». A dirlo, è Francesca Chiappa, direttrice editoriale di Hacca. 

La casa editrice di Matelica, indipendente dal 2008 vanta, oltre alla redazione, una libreria, sempre a Matelica, in viale Martiri della Libertà. «La nostra libreria si chiama Kindustria – racconta la direttrice. Il nome allude a chi fa, a chi crea, a chi prova a mettere insieme idee e persone per fare un prodotto nuovo. Noi tentiamo di creare una comunità».

«Una comunità che ultimamente ha sofferto: prima per via del terremoto, poi per via del covid. Dopo il sisma – spiega Chiappa – abbiamo perso molti componenti del nostro circolo di lettura, dal momento che alcune persone si sono spostate. E recentemente, invece, il covid ha influito sui luoghi, dato che la nostra è una libreria di piccole dimensioni».

La direttrice editoriale Chiappa (foto Hacca.it)

Ma Hacca ha continuato la propria attività: «Durante il lockdown organizzavamo incontri virtuali per non perdere il legame tra lettore e autore. In piena pandemia, gli autori firmavano le copie per poi spedirle ai lettori. Io descrivevo il lettore, così che l’autore potesse immaginare chi l’avrebbe letta».

Hacca punta alla scrittura creativa, a storie non convenzionali: «Nel 2008 – racconta la direttrice – mi sono accorta che nel panorama nazionale non c’era adeguato spazio per l’editoria indipendente, rispetto ad autori esordienti e con una certa curiosità linguistica. La nostra sfida? Essere onesti coi lettori e ascoltare gli scrittori».

Non solo contemporaneo, però: nella vita di Hacca c’è anche la riscoperta di autori del Novecento, come Franco Loi. «Nel periodo del covid c’è stata più attenzione ai libri. Comprarli era un pretesto per uscire di casa e leggerli era un modo per sentirsi meno soli».

La copertina di “Nome non ha”

«Hacca supporta l’autore – evidenzia Chiappa. L’acca è una lettera muta, non ha suono, ma affianco ad altre lettere contribuisce a crearlo. Ecco, è importante ascoltare le storie e verificare se le idee e le intenzioni degli scrittori possano diventare progetti e romanzi che corrispondano ai loro desideri».

Molti i progetti su cui lavora la casa editrice marchigiana. «Vorremmo provare a realizzare libri illustrati per adulti. Lo abbiamo fatto già fatto con Nome non ha (scritto da Loredana Lipperini e illustrato da Elisa Seitzinger) e ora vorremmo continuare ad esplorare il mitologico femminile. Oltre il romanzo, sul colore e sulla forma. Elementi che permettono di avere un contatto ancora più diretto col lettore».

Chiappa, di Matelica, ha studiato Scienze politiche a Siena per poi tornare nella sua terra. «I talenti? Sono ovunque – dice – C’è chi si rifugia nella poesia, chi nelle riviste. Serve ascoltare per scovarli».

Non necessariamente si arriva ad Hacca tramite un manoscritto: «La sfiducia in ciò che si scrive e la vergogna di essere pubblicati sono sentimenti utili e importanti. Serve una grande competenza per essere pubblicati ed è necessario misurarsi col contemporaneo. Il mio consiglio? Prima di entrare in questo mondo, leggete e studiate tanto. Misuratevi con gli altri e aspettate di essere pronti e consapevoli».

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