Cultura

L’immaginario migrante di KA a Jesi e Senigallia

Pepelab e associazione di donne africane Acads sono i capofila dell'unico progetto nelle Marche vincitore del Premio MigrArti Cinema. La rassegna cinematografica, dedicata al tema delle migrazioni contemporanee, si svolgerà tra maggio e luglio, con laboratori per giovani e studenti, e cinque lungometraggi in Piazza delle Monnighette a Jesi dal 13 al 16 giugno e alla Rocca Roveresca di Senigallia il 27 giugno

KA Migrarti Cinema, Jesi
Il gruppo di KA, rassegna per un nuovo immaginario migrante. Da sinistra, Evelyn Puerini, Sabrina Maggiori, Valeria Bochi, Romina Gattaceca, Martina Falà

Dopo il successo dell’edizione 2017, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha rinnovato con il bando MigrArti il sostegno alla creatività dei nuovi italiani con un milione e mezzo di euro per finanziare progetti di cinema e spettacolo dedicati alle diverse culture presenti oggi in Italia. Per la sezione spettacolo l’unico progetto finanziato nelle Marche è quello dell’associazione Malte (Musica Arte Letteratura Teatro Eccetera) di Ancona. Per la sezione Cinema, su un totale di 36 di progetti vincitori e 173 candidature, l’unico progetto della regione ad essere premiato è KA rassegna per un nuovo immaginario migrante, che si svolgerà tra maggio e luglio partendo dalle città di Jesi e Senigallia. Si tratta di una rassegna cinematografica dedicata al tema delle migrazioni contemporanee, ideata e promossa dall’associazione culturale Pepelab di Jesi e dall’associazione di donne africane Acads con sede a Senigallia, in collaborazione con un’ampia rete regionale e nazionale di realtà culturali e organizzazioni, tra cui i Comuni delle due città, Le Reseau Associazione Nazionale della Diaspora in Italia, “Africa e Mediterraneo”, Associazione Culturale Ottomani, TTFF Terra di Tutti Film Festival, il centro interculturale “Le Rondini”, AMIV Amichevole Marocco-Italia della Vallesina, Scuola primaria di secondo grado “Federico II” di Jesi, Associazione Mandala. La direzione artistica è firmata da un team di donne: Valeria Bochi, progettista internazionale e laureanda in Antropologia delle migrazioni, Sabrina Maggiori direttrice artistica del festival Nottenera e manager culturale, Evelyn Puerini psicologa specializzata in Psicologia delle migrazioni e presidente dell’Associazione Mandala. Nel comitato scientifico sono Cleophas Adrien Dioma presidente Le Reseau, Marta Meloni senior manager di Africa e Mediterraneo, Roberto Paganelli operatore Ottomani, Jonathan Ferramola direttore artistico del Terra di Tutti Film Festival, e Massimiliano Bartoloni operatore montatore e regista.

Pepelab opera a Jesi, in Piazza della Repubblica. Ne è presidente Massimo Pigliapoco, che ci descrive il progetto “KA” insieme alla direttrice artistica della rassegna, Sabrina Maggiori, e a Romina Gattaceca progettista dell’associazione culturale. «L’associazione culturale Pepelab – dice Massimo Pigliapoco – nasce come spin off dell’agenzia di comunicazione Tonidigrigio, con l’obiettivo di aprire la progettualità all’ambito culturale e ai linguaggi contemporanei. Crediamo che la cultura sia un asset strategico per il nostro territorio. Con Ka vogliamo avvicinare il tema delle migrazioni, un tema insito nella natura umana, e vogliamo metterlo a disposizione della comunità».

«Ka si è affermato con un’ottimo punteggio, e questo conferma la bontà del progetto: su 36 progetti vincitori del bando ministeriale, siamo terzi in graduatoria per la parte delle rassegne», aggiunge Romina Gattaceca.

La rassegna cinematografica ruota intorno al “Ka”, uno dei simboli più antichi dell’umanità, con rappresentazioni sparse in tutto il mondo. È composto da due braccia alzate verso il cielo e rappresenta l’energia che viene trasmessa dalla divinità all’umano in una sorta di abbraccio protettivo. «Ka è lo spirito dell’eterna erranza, una rappresentazione mitica presente in diverse culture africane – spiega Sabrina Maggiori – Evoca la memoria del viaggio a partire dalle lunghe migrazioni paleolitiche. Nella storia dell’umanità l’erranza non ha mai significato un movimento isolato ma anzi ad esso erano spesso associate pratiche collettive legate alla religione, alla musica, alla danza; una forma di racconto di diversi popoli che, nei secoli, è stato tramandato attraverso linguaggi artistici diversi. Oggi l’erranza è la quotidianità, volontaria o forzata, di molte persone che si muovono lungo le rotte migratorie per costruire altre possibilità di vita diverse da quelle di origine. L’erranza è quindi una condizione ineliminabile della contemporaneità, una dimensione che ci aiuta a costruire nuove nozioni di identità, relazione, riconoscimento e condivisione con l’altro».

«Il tema dell’erranza – continua la direttrice artistica – è al centro del progetto che mette in dialogo comunità e associazioni in un’area a crescente presenza di migranti, di prima e seconda generazione. Due sono le aree di lavoro della rassegna. Si parte con l’area educazione, tra maggio e luglio a Jesi e Senigallia, con una sezione di cortometraggi internazionali d’animazione dedicati ai giovani e agli studenti; grazie alla collaborazione con le associazioni di migranti (centro Le Rondini di Senigallia), i Comuni e i Musei Civici di Palazzo Pianetti di Jesi, e le scuole quali la Federico II di Jesi, saranno attivati tre laboratori sul linguaggio del cinema d’animazione, a cura delle associazioni Mandala e Ottomani. Segue un’area comunità con eventi pubblici e una sezione di cinque lungometraggi che verranno proiettati in Piazza delle Monnighette a Jesi (dal 13 al 16 giugno) e alla Rocca Roveresca di Senigallia (il 27 giugno) alla presenza di registi e ospiti di rilievo che introdurranno alla proiezione. La rassegna di lungometraggi sarà introdotta a Jesi il 12 giugno dalla proiezione dei corti d’animazione incontrati nei laboratori formativi con presentazione a cura degli studenti dell’Istituto Federico II».

© riproduzione riservata