SENIGALLIA – Ci siamo quasi: tra qualche ora il Teatro di Senigallia La Fenice ospiterà uno dei musical più attesi ed acclamati degli ultimi anni. Si tratta di Pretty Woman, trasposizione teatrale dell’iconico film del 1990 interpretato da Julia Roberts e Richard Gere. A vestire i panni della protagonista femminile Vivian è Beatrice Baldaccini, già protagonista di numerosi musical cult tra cui Footloose, Cercasi Cenerentola, Grease e Pinocchio, e oramai conclamata Star nazionale ed internazionale del mondo teatrale. Quella che segue è l’intervista rilasciata per CentroPagina.
Portate in scena la trasposizione non di un semplice film ma di un vero e proprio manifesto degli anni’90: che effetto fa portare in scena un personaggio così iconico come Vivian?
«Essendo nata nel 1990 anche io ho subito il fascino della pellicola però ho cercato di staccarmi dall’interpretazione di Julia Roberts anche perchè diventa una lama a doppio taglio ricalcare troppo il personaggio cinematografico: rischi di non sorprendere il pubblico e di creare dei confronti sbagliati. Alcune scelte, battute o situazioni ovviamente le abbiamo riproposte… anche a livello estetico, per fattezze, credo che la scelta sia caduta su di me per una vaga somiglianza però il nostro lavoro è stato anche decostruire e ricostruire i protagonisti dello spettacolo».
Quali sono le differenze preponderanti tra la versione filmica e quello che voi portate a Teatro?
«Beh, naturalmente la differenza la fanno le canzoni… le scelte più classiche sono riproposte tanto che il pubblico spesso dalla platea gioca ad anticipare le battute… si crea quindi un clima molto giocoso…però certo, le musiche, le canzoni qua diventano protagoniste indiscusse. Ed il pubblico apprezza molto…Certo, ci sono dei capisaldi che non potevano mancare… ci sono la vasca, lo shopping, la collana all’opera. Ci sono questi aspetti che richiamano ovviamente il film perché sono sacrosanti».
Nonostante quest’opera sia molto recente in quanto è stata portata per la prima volta in scena nel 2018 a Chicago ed è sbarcata in Italia solo nel 2021, hai mai la sensazione che ci troviamo all’alba di un nuovo classico che potrebbe rimanere per molti anni sul palco come ad esempio il Rocky Horror?
«Io non te lo saprei dire anche perché il Rocky Horror è stato ed è qualcosa di incredibile… ti posso dire che, nonostante lo spettacolo sia nato a cavallo della pandemia, tra mille difficoltà e limitazioni, è risultato subito un grandissimo successo a dimostrazione che evidentemente qualcosa di magico ce l’ha… naturalmente me lo auguro che possa diventare un must anche perché quando uno spettacolo va bene ne giova tutta la categoria e tutta la filiera che lavora attorno al teatro».
Quali sono i tratti caratteriali che pensi ti accomunano con la protagonista?
«La cosa a cui mi sento più vicina e che più mi piace è sicuramente la crescita del personaggio: in un’ora e mezza Vivian da ragazza diventa donna. È questo il grande messaggio positivo di questo spettacolo: una ragazza che, nonostante le grandi difficoltà iniziali, riesce grazie alle sue forze e alla sua volontà a divenire una donna emancipata. Mi auguro che ogni ragazza che veda lo spettacolo possa dire tra sé e sé ‘Anche io posso cambiare il mio destino, anche io posso raggiungere i miei sogni… se riesco ad immaginarlo allora lo posso fare!’. Questo è un messaggio che mi piace molto ed in cui mi rivedo… fin da piccola ho sognato di diventare quello che oggi sono e ci sono riuscita… se lo vuoi veramente, se sei disposta a dare tutta te stessa, allora puoi realizzare i tuoi sogni».
Cosa devono attendersi i tanti spettatori che affolleranno la Fenice stasera e domenica 13 novembre?
«Si devono aspettare di ridere tanto, di emozionarsi e di lasciarsi trasportare per due ore in un mondo veramente magico. Merito di una regia veramente intelligente che fa sì che lo spettatore stia incollato con l’attenzione sul palco… e poi grandi scenografie, un cast eccezionale… ripeto, c’è della magia sul palco».