JESI – Continua a vincere premi di livello nazionale l’ATGTP Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata di Jesi, ente riconosciuto dal Mibac come compagnia di teatro di rilevanza nazionale, e dal Miur e dalla Regione Marche come ente accreditato per la formazione. Dopo aver vinto l’Eolo Awards 2016 con lo spettacolo “Zac, colpito al cuore”, ed il “Premio Città di Staffolo 2016” assegnato all’attività pluriennale nel settore del teatro ragazzi, l’ATGTP si è classificata prima al concorso 2017 “Lucca Teatro Festival – Che cosa sono le nuvole?” con la produzione tutta marchigiana “Aida e il bambino che sognava l’Opera. Una storia bella, bella da morir!” realizzata con la compagnia Teatro Linguaggi di Fano.
A decretare il vincitore del concorso è stata una giuria popolare costituita da ragazzi, nell’ambito dell’edizione 2017 del festival nazionale di teatro “Lucca Teatro Festival”, una tra le più importanti vetrine per le realtà del circuito teatrale italiano che si occupano di spettacoli per le nuove generazioni. La vittoria del premio consentirà di partecipare di diritto al Lucca Teatro Festival 2018, con una residenza di sei giorni a Lucca e lo spettacolo in programmazione scolastica.
Lo spettacolo “Aida e il bambino che sognava l’Opera. Una storia bella, bella da morir!”, del Teatro Linguaggi-ATGTP, è ideato e scritto da Sandro Fabiani e Fabrizio Bartolucci, e vede in scena Roberta Biagiarelli e lo stesso Sandro Fabiani. Per la compagnia, si tratta di una nuova incursione teatrale, ad uso dei bambini, nel linguaggio dell’opera lirica e nelle storie di alcuni dei più grandi compositori: dopo Mozart, Rossini, Puccini e Monteverdi, l’attenzione si rivolge ad uno dei più grandi compositori del melodramma italiano, Giuseppe Verdi, attraverso una delle sue opere più conosciute, ma proponendosi, come sempre, in una chiave originale che attraversa il mondo dell’Opera alla maniera ironica e coinvolgente, pregiato “marchio di fabbrica”, di Teatro Linguaggi.
Raccontare Aida ai bambini offre al Teatro Linguaggi l’occasione di raccontare Verdi, grazie alla scoperta di scoperta di materiali autobiografici della sua infanzia. Si narra dunque la storia di Giuseppe Fortunino Francesco nato nel piccolo paese di Roncole, l’enfanf prodige che suonava l’organo ad orecchio nella chiesa del paese, che percorreva chilometri a piedi per andare a lezione di musica, che non è stato ammesso al conservatorio. Il ragazzino timido e scarso di parole che s’affacciava affascinato dalla porta dell’osteria di famiglia per ascoltare un suonatore di violino ambulante. A condurre i piccoli spettatori nell’opera è un insolito personaggio: un custode. Non il custode di un teatro, e nemmeno quello di una casa, di un giardino o di una stalla come ne aveva tanti il Maestro nelle sue tenute. Un custode di un curioso cimitero di campagna! Niente paura, qui non ci sono fantasmi, ne scheletri. Tra ironia e po’ di poesia ecco che il piccolo cimitero si trasforma, si copre di sabbia, si ergono piramidi, e tra le nebbie della pianura padana prende così vita la storia di Radames e di Aida, bella, bella da morir!