JESI – Storie tutte da raccontare, tracce da seguire, orizzonti da scoprire. Al via venerdì 31 marzo il Festival Eterotopie della Libreria Indipendente Sabot che ha già dato assaggio della manifestazione con il libro Fango di Luca Palumbo.
Anteprima dell’evento, appunto, il libro dello scrittore quarantenne napoletano che da anni vive e lavora a Roma. Ed è qui che ha ambientato il suo terzo libro “Fango”, un romanzo distopico che si snoda a Tor Pignattara, Roma est. «Quartiere multietnico, con un tessuto sociale molto vivo – spiega l’autore -. Il romanzo è attuale e racconta di giorni di pioggia battente, nessuno pulisce le strade, il fango sale, disoccupati, centri sociali, stranieri, barboni, tossici, vengono portati via dalle forze dell’ordine al servizio di un sindaco senza volto che incarna il potere, gli interessi». Un romanzo che trae spunto da fatti realmente accaduti: in quest’area, infatti, sorge l’unico lago naturale di acqua minerale della Capitale. Un costruttore viene arrestato per speculazione edilizia, aveva costruito un palazzo le cui fondamenta non hanno retto perché sotto vi era questo lago tornato alla luce. Una scoperta che ha ridato vita ad un quartiere abituato ai palazzoni e ai palazzinari. «Con questo romanzo, che non si discosta molto dalla realtà – aggiunge l’autore – voglio dire che bastano pochi sbagli per finire nella distopia».
Il Festival prosegue al Tnt di via Gallodoro venerdì ore 19 con L’Atlante delle Micronazioni con l’autore Graziano Graziani, alle 21.15 con Le otto Montagne con l’autore Paolo Cognetti e la guida ambientale Fabrizio Teodori. Alle 22.45 il primo giorno di Festival si chiude con il concerto di Comaneci. Sabato 1 aprile si inizia alle 18 con laboratori per bambini e poi il reading concerto L’Erba degli Zoccoli di e con Tullio Bugari. A seguire Absolutely Nothing, storie e sparizioni nei deserti americani con Giorgio Vasta e in serata il concerto Vento do sul. Domenica 2 aprile si inizia la mattina con il trekking della Polisportiva Akapawa e poi alle 21.15 presentazione del libro Anime Galleggianti con Massimo Zamboni, chitarrista dei Cccp.
«La Libreria Indipendente Sabot vuole essere un luogo di riflessione, confronto e approfondimento di quei temi che ci permettano di conoscere a fondo la realtà in cui viviamo e le sue radici, e di scovarne le criticità, fino a studiare nuovi metodi di trasformazione dell’esistente; di sabotaggio dell’esistente – spiega Giovanni Cacciani – Sono tre spazi in uno: biblioteca, i libri possono essere portati dai cittadini o presi in prestito e consultati. Spazio alle piccole case editrici». Il nome ”Sabot” deriva dalla parola turca “sabata” che indicava una calzatura persiana: «Entrò nello spagnolo come zapata (oggi zapato – scarpa, da cui l’italiano ciabatta) e nel francese come sabot (zoccolo). In Francia, tra la fine del 18esimo secolo e l’inizio del 19esimo, i sabot indossati dai lavoratori francesi vengono gettati negli ingranaggi dei macchinari utilizzati nelle fabbriche per bloccarle ed arrestare la produzione: da sabot verrà così coniato il termine sabotaggio».