JESI- Un’ora e mezzo circa sulla luna, 500 anni dopo l’allunaggio (mitico, siamo nel 1519) di Leonardo da Vinci, 50 anni dopo che Armstrong e Aldrin, nel 1969, raggiungano la sua superficie. Un’ora e mezzo circa sulla luna: il tempo di un amore, dell’arrivo degli esseri umani, dell’esplosione di una bomba nucleare. Un’ora e mezzo con gli occhi all’insù, ad ammirare col fiato sospeso le peripezie circensi degli attori.
È andato in scena, in prima mondiale, lo scorso weekend, dal 22 al 24 novembre, Il lato nascosto. CircOpera Lunare, uno spettacolo che si muove tra opera e circo. All’interno della 52esima stagione lirica del Teatro Pergolesi, la pièce è conivolgente e spassosa.
Le magiche musiche di Beethoven, Puccini, Dvorak, Debussy ed alcune composte ad hoc dal Maestro e Direttore d’orchestra Marco Attura, accompagnano il canto dei protagonisti grazie ai giovani musicisti del Time Machine Ensemble: «Una musica scritta con il naso all’insù, a cercar suggestioni e ispirazioni nell’universo, ultimo bagliore del suono nel buio abisso del tempo, laddove ci si perde facilmente superata la linea dell’orizzonte», spiega Attura.
Incredibili i circensi e i solisti della Bernstein School of Musical Theater diretti da Giacomo Costantini, pioniere del circo contemporaneo in Italia, fondatore e direttore artistico del Circo El Grito. Uno spettacolo nato, spiega, «diversi anni fa, durante una rocambolesca passeggiata nelle foreste pluviali del Chiapas, in Messico, quando ho incontrato un Darksider, ovvero un sostenitore della teoria pseudo-scientifica che crede nell’esistenza di una civiltà lunare inserdiatasi sul lato nascosto della luna. Questa teoria non è stata del tutto sceditata dalla comunità scientifica. Ho poi scoperto l’esistenza del Project A119, un progetto top-secret elaborato alla fine degli anni Cinquanta, dalla United States Air Force con l’obiettivo di far esplodere una bomba nucleare sulla Luna. Subito ho ripensato al Darksider, alla bellezza del Chiapas, e all’orrore del lato oscuro dell’essere umano».
Sono proprio i circensi a popolare la luna, colonizzata da Leonardo da Vinci che ha fondato lì una civiltà oggi minacciata: un documento racconta la volontà di un allunaggio con il fine di far esplodere una bomba nucleare. Nel panico, la famiglia lunare e i due innamorati protagonisti, Jacopo e Ellen, cercano di capire come evitare che la bomba spazzi via l’intero popolo lunare. Chiedendo risposta agli oracoli, che comunicano con peripezie e movimenti su tessuti aerei, gli abitanti della luna capiscono che Ellen dovrà andare sulla terra per tentare di salvarli.
Uno spettacolo leggero ma anche pieno di attualità, se consideriamo la cività lunare come vittima dell’intervento dell’uomo e della sua bomba atomica. «Ho capito – conclude Costantini – che la parte di umanità con un potere luminoso e gagliardo è sulla Luna, lontana 384.400 km dalla nostra ambiguità».