JESI – Sono state riscoperte negli antichi fondi archivistici custoditi a Jesi dalla Biblioteca Planettiana. E risuoneranno nelle sale di Palazzo Honorati Carotti, ex sede del tribunale, oggi scenario del progetto “Jesi Barocca”. Sono le note rispettivamente di Giuseppe Valentini, musicista ai giorni nostri misconosciuto ma nella prima metà del ‘700 vera e propria “star” europea, e di anonimi autori le cui danze e armonie rappresentavano classici che animavano i salotti delle più importanti famiglie jesine. Rinvenuti, i primi, in una rara e preziosa partitura a stampa del 1706 e i secondi in affascinanti manoscritti seicenteschi, tali brani saranno di nuovo eseguiti, dopo secoli, nell’ambito della proposta culturale offerta dalla Fondazione Lanari.
Sabato prossimo 1 giugno si comincia con “L’Arcadia a Jesi”. Saranno Alessandro Ciccolini (violino) e Giulio Fratini (clavicembalo) a interpretare la musica di Valentini, compositore e virtuoso del violino protagonista della Roma barocca. Autorevole membro della Accademia d’Arcadia, di Valentini verranno eseguite le sonate da camera contenute nelle “Idee per camera a Violino e Violone o Cembalo Op. IV”. Spiega Ciccolini: «Far rivivere musiche antiche, ricercare e riproporre partiture oggi sconosciute, ricostruirne la prassi esecutiva comportano studio delle fonti e di figure a torto definite minori, perché tali non sono. Nomi di grande rilievo all’epoca, di Valentini si stampava l’opera anche in Olanda. O danze di diffusa popolarità, come nei due manoscritti, che rappresentavano vere “hit”». Secondo appuntamento, quello con la prima esecuzione assoluta dei manoscritti musicali del ‘600, interpretati dall’Ensemble “I Solisti dell’Accademia”, quello del 22 giugno.
È Manola Gianfranceschi, della Planettiana di Jesi, a spiegare: «La Biblioteca custodisce 800 manoscritti, dai vari fondi familiari o provenienti dalla soppressione di conventi e congregazioni religiose, accumulati nel tempo. Una decina quelli musicali del fondo Pianetti, oltre a molti altri legati anche alla figura di Spontini». Per l’assessore alla cultura Luca Butini: «Una iniziativa prestigiosa che permette di conoscere ancor più e meglio lo straordinario patrimonio della città e di portare a nuova vita Palazzo Honorati Carotti». Dice per la Fondazione Lanari Gianni Gualdoni: «Le note di Valentini e quelle dei manoscritti raccontano una città nei cui palazzi tutte le famiglie più importanti vivevano e respiravano musica. Una realtà oggi dimenticata ma che è l’ambiente da cui è nato, non per caso, Pergolesi».