JESI – L’atteggiamento dell’Italia nel corso della prima guerra mondiale, lo scoppio del conflitto, Mussolini che fa capolino nella scena politica italiana, le smanie bellicose degli interventisti.
La mostra “Gramsci e la Grande Guerra”, a Palazzo dei Convegni fino a domenica 25 febbraio, 17 alle 19.30, è una fotografia nitida degli eventi che hanno portato allo scoppio dell prima guerra mondiale grazie agli articoli che l’intellettuale sardo i ha scritto quotidianamente. Doveva essere una guerra veloce, di conquista e invece è stato un conflitto lungo, di trincea, che ha mietuto oltre dieci milioni di vittime.
Antonio Gramsci racconta quegli anni, la fine degli equilibri che portarono al conflitto, il ruolo di intellettuali come Marinetti e D’Annunzio che schierandosi a favore del conflitto avevano fatto pendere l’ago della bilancia verso quel movimento interventista che era rimasto inizialmente minoritario.
L’intellettuale comunista dalle pagine del settimanale piemontese “Il Grido del popolo” si schiera contro la guerra criticando senza sconti la propaganda di chi invece la sosteneva. «Il suo debutto sulla stampa socialista avvenne nell’ottobre del 1914 con un controverso articolo a sostegno dell’allora direttore dell’«Avanti!», Benito Mussolini, non ancora schieratosi apertamente a favore dell’intervento dell’Italia in guerra» ricorda la Fondazione Gramsci. In questi estratti il commento lucido dell’intellettuale in merito a molti aspetti, commentò i provvedimenti degli organi preposti alla censura e alla vigilanza interna, gli orientamenti dei giornali, i mutamenti del costume e del carattere degli italiani. A corredo interessanti vignette satiriche dell’epoca. La mostra, organizzata dall’Istituto Gramsci Marche Sezione Jesi e Vallesina con il patrocinio del Comune di Jesi, rimane aperta tutti i giorni dalle 17 alle 19.30, la mattina su richiesta per le scuole.