I produttori di Godzilla, dopo aver riportato in vita il lucertolone giapponese, rivitalizzano un altro mitico “mostro” del cinema, King Kong. Lo fanno re-inventando le origini di una delle più grandi leggende cinematografiche nel film Kong: Skull Island firmato dal regista Jordan Vogt-Roberts, dal 9 marzo al cinema. Al suo servizio un super cast: Tom Hiddleston, Brie Larson, Samuel L. Jackson, John Goodman, John C. Reilly.
Vistosi effetti speciali e attori da sogno non riescono però a far decollare un film che sembra un giocattolone spuntato, dal grande peso e dal basso livello di intrattenimento. Kong: Skull Island non aggiunge granché al franchise di King Kong e non ha il pregio minimo di divertire. La sceneggiatura è banale, il carisma di Hiddleston – mai visto così muscoloso – buttato al vento. Eppure la sequenza iniziale, con un duello in piena seconda guerra mondiale sulla lucente spiaggia dell’Isola dei teschi, lascia ben sperare. Il nuovo approdo sull’isola dei teschi, nel 1973, invece svela pian piano tutte le magagne del film.
Le immagini del film “Kong: Skull Island” (Foto: Warner Bros)
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Nel 1973 un gruppo eterogeneo di scienziati, soldati ed esploratori americani si avventura nelle profondità di una sperduta isola del Pacifico, ancora sconosciuta e inesplorata. William “Bill” Randa (Goodman), che ha ottenuto l’appoggio del governo, è convinto che quell’isola nasconda una strana presenza… A supportare la spedizione ci sono i militari guidati dal colonnello Preston Packard (Jackson) e il fiuto del cacciatore James Conrad (Hiddleston). Non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione di uno scatto da Pulitzer la fotografa Mason Weaver (Larson). Al di là di ogni loro aspettativa, la squadra procede inconsapevole di entrare nel dominio del potente Kong, innescando la battaglia finale tra uomo e natura. Nel momento in cui la loro missione di scoperta diventa una lotta per la sopravvivenza, dovranno combattere per sfuggire da un paradiso primordiale dove gli uomini non sono contemplati.
Apparso per la prima volta più di ottant’anni fa, King Kong ora torna con un fisico da primate culturista. Come capitò a Godzilla nel reboot del 2014, deve vedersela con tantissimi altri mostri, anche più grandi di lui, in un susseguirsi di battaglie di poco pathos. La narrazione non si lascia mai andare a un’iniezione di imprevedibilità o di eccentricità. Nonostante l’azione frenetica che lo percorre, Kong: Skull Island lascia spazio alla noia e manca di un’identità precisa.
Ecco il trailer di Kong: Skull Island:
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“Kong incarna il conflitto interiore tra la nostra civiltà e la nostra consapevolezza di qualcosa di più grande di noi“, dice Hiddleston. “Come si concilia questa creatura enorme, che è al tempo stesso una forza terribile della natura, con un essere senziente con un’intelligenza diversa dalla nostra, ma non per questo meno sottile?”.
“Per me, questa storia somiglia a un’allegoria con la natura animale che è in tutti noi“, sottolinea Larson. “Ormai siamo molto lontani da quella parte di noi, e sentiamo il bisogno di sopraffarla in tanti modi. Descrive anche il modo in cui interagiamo con l’ambiente circostante, come trattiamo la natura e il valore che le diamo… e come valutiamo gli altri esseri umani”.