Cultura

Lisa Gelli in mostra all’USB Gallery di Jesi dal 10 marzo

Fino al 25 marzo aperta l'esposizione ad ingresso gratuito; un percorso sulla memoria, realizzato dall'artista co-autrice del murales "Speci migranti" al Quartiere San Giuseppe

L'ordine degli anni, di Lisa Gelli, in mostra alla USB Gallery di Jesi dall'11 marzo

JESI – Nuovo progetto per l’USB Gallery di Jesi, la galleria che Annalisa Filonzi – esperta d’arte contemporanea, giornalista, ed insegnante – ha realizzato nella ‘cantina’ della sua abitazione in centro storico, per indagare sulle pratiche artistiche attuali; un luogo di relazioni e di condivisione tra artisti e comunità, aperto ed accogliente, gratuito, sempre connesso al flusso creativo nazionale ed internazionale.

Da sabato 10 marzo (inaugurazione ore 17) sarà aperta la mostra “L’ordine degli anni” di Lisa Gellivisitabile fino al 25 marzo ad ingresso gratuito su appuntamento in via Mura Occidentali 27 con ingresso cortile n.25 al portone grande verde, info tel 0731 4352 – 3487237095, usbgalleryprojectroom@gmail.com.

L’artista Lisa Gelli

Lisa Gelli è l’artista che, con Nicola Alessandrini, ha realizzato recentemente il murale “Speci Migranti” in una palazzina del quartiere san Giuseppe, nell’ambito del progetto Chromaesis. Marchigiana di adozione, Lisa Gelli è nata a Empoli nel 1983 ed è un’illustratrice itinerante. Laurea in Grafica e Fotografia per la Moda presso la facoltà di architettura dell’Università di Firenze, lavora sui nuovi linguaggi espressivi portando avanti la sua ricerca nel campo dell’illustrazione e dell’autoproduzione. Finalista a numerosi concorsi, dal 2012 partecipa a mostre collettive nazionali e internazionali e realizza progetti a metà tra l’illustrazione, la performance e il libro d’artista.

L’ordine degli anni è una mostra sulla memoria. – spiega la curatrice dell’esposizione, Annalisa Filonzi – La memoria che viene persa a causa della malattia da una nonna e viene ritrovata nell’amore di un gesto artistico dalla nipote. L’Alzheimer è una malattia degenerativa che tra i sintomi più frequenti mostra la difficoltà a ricordare, dapprima gli eventi più recenti e poi via via quelli più remoti, portando di conseguenza il malato ad isolarsi nei confronti della società e della famiglia. L’operazione artistica nasce quindi da una storia privata: l’osservazione da parte dell’artista della perdita di informazioni provocata dalla malattia nella nonna, che coincide con la perdita di un sapere fare abituale della vita”.

Pur occupandosi di connessioni neurologiche che si vanno perdendo, L’ordine degli anni è una mostra che vuole invece rinsaldare ricordi e coincidenze nascoste, togliendoli dal caos. Con questa esposizione la ricerca di USB Gallery sviluppa una riflessione iniziata nel 2015 al Museo Nori de’ Nobili di Trecastelli dove artista e curatrice si sono incontrate e, in occasione di un premio, Lisa Gelli ha presentato la prima delle tre opere che oggi completano il progetto. Mia nonna era bella è una serie di dodici illustrazioni in cui nonna Anna, la nonna dell’artista, viene raffigurata a pastello ispirandosi a immagini fotografiche che la ritraggono e contemporaneamente ai segni colorati informali che lei stessa ha tracciato su di un’agenda durante la malattia. I colori e gli spazi bianchi disegnati dalla nonna e i ritratti della nipote artista vanno ad affiancarsi, sottolineando nei fogli una progressione dei toni e dei pieni/vuoti dei tratti durante i mesi che scorrono, dalla cupezza e intensità alla loro vivacità e leggerezza. Gli spazi bianchi infatti, nell’ultimo periodo, si allargano, in una strana coincidenza con i “buchi” tipici di questo morbo lasciati nel cervello e visibili dalle immagini delle risonanze magnetiche.

A questi disegni, che vengono esposti insieme al diario originale, vengono affiancati altri due lavori artistici in cui Lisa sperimenta linguaggi diversi rispetto all’illustrazione. Il secondo Tomografie è anch’esso un’opera a “quattro mani”, realizzata con i centrini all’uncinetto che la nonna era solita realizzare, ma che con il progredire della malattia non riesce più a completare, sebbene si tratti di ripetere gesti quasi meccanici; vengono “finiti” da Lisa con il ricamo di un cervello, organo colpito dalla malattia. Nell’ultima opera, un video, avviene invece un’identificazione da parte di Lisa con la nonna. L’artista indossa davanti alla telecamera i vestiti appartenuti all’anziana, i quali sono anche riprodotti in grandi disegni. Il recupero del ricordo della nonna è come se in parte compensasse la perdita di memoria dell’anziana, il cui non saper più fare è trasformato in un nuovo saper fare di tipo artistico; attraverso l’arte, i due tipi di memoria – intesa cioè come ricordo e come capacità di cumulare dati – si intrecciano attraverso il concetto di tempo: la storia passata si sedimenta nel presente inventando nuove possibilità per il futuro: il fare artistico annulla il passato, reinventandolo in un continuo presente. “Un uomo che dorme tiene in cerchio intorno a sé il filo delle ore, l’ordine degli anni e dei mondi” diceva Marcel Proust all’inizio de Alla ricerca del tempo perduto: la memoria, come recupero della propria storia, per Proust è involontaria, scatenata dal sapore di una madeleine; Lisa Gelli invece utilizza il tatto indossando sulla sua pelle gli abiti durante la performance ripresa nel video per riportare la donna nel proprio presente.