Cultura

Il Capodanno Cinese apre lo Sferisterio tra fiori di pesco e danze del drago

Sabato l’arena accoglie lo spettacolo organizzato dall'istituto Confucio, dall'Università e dal Comune di Macerata per la Festa di Primavera. Videomapping e cento artisti coinvolti nella performance. «Un appuntamento esemplare dei rapporti tra la Cina e la città natale di Padre Matteo Ricci», raccontano gli organizzatori

Un momento della presentazione della Festa di Primavera. Da sinistra, Aldo Caldarelli, Stefania Monteverde, Francesco Adornato e GiorgioTrentin

MACERATA – A 190 anni dalla sua inaugurazione, lo Sferisterio si apre per la prima volta d’inverno, almeno a memoria d’uomo, con il Capodanno Cinese, organizzato dall’Istituto Confucio e dall’Università di Macerata in collaborazione con il Comune. L’appuntamento è in programma sabato pomeriggio, 9 febbraio. L’arena accoglierà lo spettacolo conclusivo della settimana di eventi che ha preso il via lo scorso 5 febbraio, giorno ufficiale della più importante festa della Cina. L’anno del cane ha ceduto il passo a quello del maiale, il dodicesimo segno dello zodiaco cinese, auspicio di stabilità, generosità, altruismo e ospitalità. Il programma è stato presentato oggi dal rettore Francesco Adornato, dal direttore dell’Istituto Confucio Giorgio Trentin, dal vicesindaco e assessore alla cultura Stefania Monteverde, dal direttore artistico e organizzativo Aldo Caldarelli insieme a tre dei curatori delle esibizioni principali: Roberto Lori, Daniele Montenovo, Luca Agnani.

L’evento maceratese, rispetto a quelli analoghi nel resto d’Italia, non è espressione peculiare di una comunità cinese – è stato detto – ma rappresenta il momento di sintesi dell’attività didattica e di ricerca portata avanti dall’Istituto Confucio in connessione con il territorio e nel contesto di forte internazionalizzazione che caratterizza l’Università di Macerata. «Ogni anno cresce la risposta del pubblico e l’aspettativa per questo appuntamento, esemplare dei rapporti sempre più stretti tra la Cina e la città natale di Padre Matteo Ricci», raccontano gli organizzatori.

«Come nelle sue cinque precedenti edizioni, quindi, la Festa di primavera non sarà una semplice riproposizione dei riti più spettacolari del gigante asiatico, ma sarà anche l’espressione del talento di cui le Marche sono ricche, con oltre cento artisti coinvolti tra acrobati, maestri di arti marziali, atleti di parkur, cantanti e danzatori anche giovanissimiı» spiegano gli organizzatori.

I festeggiamenti prenderanno il via alle 16.30 in piazza Mazzini con l’apertura degli stand di calligrafia e ritaglio carta, arte dei nodi, giochi e assaggio gastronomico a cura dell’Istituto Confucio e del Liceo classico-linguistico “Giacomo Leopardi” di Macerata.

Alle 18.30 andrà in scena lo spettacolo allo Sferisterio con almeno una replica successiva. Per motivi di sicurezza, potranno accedere un massimo di 500 persone per volta, che potranno godere dell’evento direttamente dal palco. I tagliandi d’ingresso, gratuiti, potranno essere ritirati il pomeriggio stesso agli stand.

La suggestiva cornice del teatro all’aperto della città accoglierà una performance coordinata dal coreografo Roberto Lori e divisa in quattro quadri integrati con il videomapping a cura di Luca Agnani Studio, proiettato sull’ellisse dei palchetti, le esibizioni di kung fu dell’Accademia arti marziali “Giuseppe Giosuè” a cura di Daniele Montenovo, canti e danze dei piccoli allievi dell’Accademia di lingua cinese nelle Marche a cura di Huang Ping, le esibizioni canore di due studentesse Unimc Caterina Marchelli e Denise Marletta.
Una girandola di suggestioni che vanno dai fiori di pesco alle danze del drago e del leone, dai canti tradizionali all’evocazione dei fuochi artificiali per scacciare gli spiriti maligni.

Tante altre le associazioni coinvolte: Csb Compagnia degli Istanti, Associazione Kairos Parkour, Compagnia “La Zandella”, Centro Danza Carillon insieme ad allievi delle scuole di danza locali.

L’origine della Festa di Primavera viene fatta risalire ad una antica leggenda, secondo la quale un mostro chiamato Nian sarebbe stato solito uscire dalla sua tana una volta ogni dodici mesi, a primavera, per assalire gli esseri umani, in particolare i bambini. Per spaventare e cacciare il mostro, sensibile ai rumori forti e terrorizzato dal rosso, si festeggia l’anno nuovo con canti, strepitii, fuochi d’artificio e addobbando la casa con nastri e ninnoli rossi.