Cultura

Le Marche all’European Film Market di Berlino con la storia di Alfredo Sarano

Il documentario, fortemente voluto dal produttore americano Arman Julian, è tratto dall’omonimo libro del giornalista marchigiano Roberto Mazzoli

(Foto di Angela Regen Brecht, European Film Market di Berlino)

La Regione Marche all’European Film Market di Berlino con l’incredibile storia di Alfredo Sarano. «La Marche Film Commission di Marche Cultura, fondazione in-house providing della Regione, ha fortemente voluto portare a Berlino un documentario girato nella regione che racconta una storia di coraggio e di sopravvivenza», spiegano la Fondazione Marche Cultura.

«Una bella soddisfazione per la Marche Film Commission per come ieri, alla Berlinale, è stato accolto il documentario “Siamo qui, siamo vivi” di Daniele Ceccarini. Una storia che racconta atti di eroismo durante la guerra, girata interamente nel territorio marchigiano, nel comune di Mombaroccio. Abbiamo sostenuto questo documentario, prodotto da Arman Julian, che presto diventerà un film al quale daremo tutto il nostro apporto per facilitarne la realizzazione», le parole di Francesco Gesualdi, responsabile di Marche Film Commission.

Il documentario, fortemente voluto dal produttore americano Arman Julian, è tratto dall’omonimo libro del giornalista marchigiano Roberto Mazzoli, che dopo quasi 80 anni dagli avvenimenti ha attinto dai diari di Alfredo Sarano per riportare alla luce questa storia, attraverso interviste, testimonianze e materiale d’archivio.

“Siamo qui, siamo vivi” ripercorre la storia del segretario della comunità ebraica di Milano, Alfredo Sarano, che salvò la vita a 14.000 ebrei milanesi, rifugiandosi con la sua famiglia nel convento del Beato Sante di Mombaroccio. La storia di Alfredo Sarano si intreccia con quella di Erich Eder, un giovane sottufficiale della Wehrmacht, che con le sue azioni determinò la salvezza della famiglia Sarano e dei 300 civili rifugiati nelle grotte del santuario marchigiano. Eder, infatti, non obbedì agli ordini del Reich e non rivelò la presenza di ebrei nel rifugio.

«Ringrazio il regista e il produttore per aver portato la nostra regione a Berlino con questo documentario. È un orgoglio perché siamo fortemente convinti che investire nell’audiovisivo e nel cinema sia una strategia vincente per far conoscere in maniera particolare le Marche oltre i confini naturali. La nostra regione è ricca di bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche da promuovere e far conoscere il più possibile», il messaggio dell’assessora alla Cultura della Regione, Chiara Biondi, che non è potuta intervenire in presenza alla proiezione, ma ha voluto inviare un messaggio importante ai presenti in sala.

«Se siamo qui, tutti sappiamo cosa sia la Shoah, conosciamo l’orrore dello sterminio e del genocidio degli ebrei. Se siamo qui, tutti sappiamo del 27 gennaio, il Giorno della Memoria che dedichiamo alle vittime. Oggi siamo qui per fare anche qualcosa in più: ricordare i Giusti, coloro che hanno avuto il coraggio di mettersi contro un sistema e contro l’ideologia a cui appartenevano, e a rischio di sé, hanno fatto ciò che sentivano in cuore di dover fare: preservare la vita umana ad ogni costo» dichiara Andrea Agostini. «È una storia importante, una storia di uomini, una storia di francescani e di una piccola comunità agricola, quella del pesarese, con la sua accoglienza. Ci sono tutti gli ingredienti perché un produttore illuminato, un bravo regista e uno scrittore sensibile possano dare visibilità alla nostra terra e ad un messaggio di memoria che noi tutti siamo chiamati a coltivare: una memoria che non va mai data per scontata e richiede un esercizio continuo».

Non sono voluti mancare all’appuntamento padre Alvaro Rosatelli, frate della comunità francescana del Convento Beato Sante di Mombaroccio, e Milo Hasbani, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Sono intervenuti alla proiezione anche il regista, Daniele Ceccarini, il produttore, Arman Julian, e il Sindaco di Mombaroccio, Emanuele Petrucci.