In questo periodo post Covid 19 l’arte nelle Marche si riappropria di uno spazio espositivo pubblico con l’inaugurazione della mostra In Domum dell’artista matelicese Adinda-Putri Palma. Sabato 6 giugno a Matelica presso Palazzo Ottoni, sede della mostra, l’apertura, probabilmente la prima nella regione dopo le chiusure per l’emergenza coronavirus. La presentazione è avvenuta nello spazioso cortile del palazzo, alla presenza delle autorità locali e di numeroso pubblico, nel rispetto del protocollo di sicurezza con percorsi segnalati e regole esposte nei vari spazi dell’atrio e del corridoio.
Il progetto è stato selezionato tra i vincitori del bando nazionale “Per Chi Crea” promosso dal Mibact e gestito da Siae, destinato agli artisti under 35, ed è stato presentato dall’associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi. In Domum è un volume ad arco autoportante alto 3,60 metri e lungo 3 costruito in legno e paglia, tutto dipinto tranne che nella parte posteriore per mostrare l’anatomia della struttura e i materiali con cui è stata costruita.
Viva la soddisfazione del sindaco Massimo Baldini, che ha conferito all’artista la nomina di cittadina illustre consegnandole una medaglia d’argento quale riconoscimento della Città di Matelica per essersi distinta in campo nazionale e quindi degna di lode e di essere ricordata.
«In Domum fa riflettere su come abitare in bioedilizia – ha dichiarato il sindaco – e questo arco ispirato al quadro dell’Annunciazione di Lorenzo Lotto conservato a Recanati, un evento eccezionale per tutta l’umanità che avviò una nuova fase storica, è un segno di come l’opera di Adinda-Putri Palma, così come allora, rappresenti un nuovo inizio e faccia rinascere la nostra città, le Marche e tutta l’Italia in modo che possa ripartire dopo il coronavirus».
L’assessore alla cultura Giovanni Ciccardini ha ricordato la Preview del 2 giugno per celebrare in modo straordinario la festa dell’Unità d’Italia e della Repubblica Italiana, e ricordare che quel giorno di 74 anni fa le donne furono chiamate a votare per la prima volta. L’imponente opera è stata protagonista di uno spettacolare percorso: l’arco, posto in bella vista su un carrello trainato da un trattore con tanto di bandiere tricolore e arcobaleno, ha sfilato da Braccano, dove risiede l’artista, fino ad arrivare in piazza Enrico Mattei.
La professoressa Paola Ballesi, presidente dell’Associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi e curatrice della mostra insieme a Nikla Cingolani e Stefano Verri, a nome dell’associazione ha ringraziato le autorità, la protezione civile, la Pro Loco e tutta l’amministrazione per aver snellito ogni procedura burocratica e per la disponibilità nella riuscita dell’evento in questo particolare e difficile momento storico. Il suo intervento si è basato sul significato simbolico dell’opera che richiama la dottrina di Heidegger, il filosofo tedesco che in un suo saggio mette a fuoco l’abitare, il costruire e il pensare, un decalogo quotidiano a cui ispirarsi. «In Domum è una pietra d’inciampo dell’intelletto – ha affermato la Ballesi – e ci ricorda come l’arte è libera e il Costruire e l’abitare sono il modo proprio d’essere dell’uomo. “Essere al mondo” in quanto abitanti significa essere responsabili e avere cura e rispetto di tutte le cose che ci circondano».
La mostra comprende anche un video che racconta per immagini tutto il processo creativo ed esecutivo dell’opera. Le riprese e il montaggio sono stati eseguiti dal fotografo e videomaker Roberto Balestrini.
L’opera rimarrà esposta fino al 12 luglio 2020.
Dal 7 al 19 ottobre sarà la volta di Recanati nell’Atrio del Palazzo Comunale, dove sarà presentato il catalogo edito da Quodlibet.