Cultura

Michele Zarrillo: «Ho scelto Maiolati Spontini per ripartire»

Sarà il Teatro "G. Spontini" di Maiolati Spontini ad ospitare sabato 8 aprile ore 21 l'anteprima del nuovo “Vivere e Rinascere Tour”, un ritorno in teatro molto atteso per un artista che da sempre predilige suonare dal vivo. L'intervista al cantautore italiano

Michele Zarrillo

Sarà il Teatro “G. Spontini” di Maiolati Spontini ad ospitare sabato 8 aprile ore 21 l’anteprima del nuovo “Vivere e Rinascere Tour” di Michele Zarrillo, un ritorno in teatro molto atteso per un artista che da sempre predilige suonare dal vivo. Dopo il suo recente successo al Festival di Sanremo con il brano “Mani nelle mani”, tratto appunto dal suo nuovo disco “Vivere e Rinascere”, Michele Zarrillo ha scelto di provare a Maiolati Spontini per cinque giorni e di mettere qui a punto il sound e gli effetti del suo nuovo tour. Un tour il cui primo concerto sarà l’11 aprile a Napoli, e che arriva a tre anni e mezzo dopo un importante incidente di salute (da cui si è completamente ristabilito), a un passo dai 60 anni e a distanza di 5 anni e mezzo dall’ultimo album “Unici al mondo”.

Al suo pubblico il cantautore e musicista romano presenterà il suo “Vivere e Rinascere”, l’ultimo disco al quale ha lavorato per oltre un anno e che segna una rinascita umana e professionale. In una dimensione teatrale pensata per dare risalto alle canzoni e alla qualità di un repertorio eterogeneo in cui la grammatica dell’amore è il fil rouge, Zarrillo presenterà al pubblico le canzoni del nuovo lavoro, alternandosi tra pianoforte e chitarra. In scaletta i dieci pezzi scritti da Zarrillo in collaborazione di Giampiero Artegiani (che firma i testi di sei canzoni, tra cui “Mani nelle mani”), Saverio Grandi, Valentina Parisse, Roberto Pacco, Luca Mattioni, Mario Cianchi, Felice Di Salvo, Marco Rettani e Stefano Colino, ma anche i grandi successi tra cui “Cinque giorni”, “Una rosa blu”, “La notte dei pensieri”, “L’elefante e la farfalla”, “L’acrobata” e “L’alfabeto degli amanti”. Sul palco con lui sarà un un eccezionale team di musicisti: Alessio Graziani (piano, tastiere e voce), Roberto Guarino (chitarra e voce), Ruggero Brunetti (chitarra), Roberto Gallinelli (basso), Maurizio Dei Lazzaretti (batteria) e Andrea De Luca (violino).

A Maiolati Spontini, Michele Zarrillo ha incontrato la stampa durante le prove; con lui, un caro amico, il giornalista Rai Paolo Notari (che ha avuto il merito di aver suggerito il Teatro Spontini nelle Marche come cula ideale per provare e affinare il live prima del tour), ed inoltre l’assessore alla cultura Sandro Grizi, e Graziano Tittarelli direttore dell’agenzia Astral Music di Castelplanio che ha organizzato l’evento.

Paolo Notari, Sandro Grizi, Michele Zarrillo e Graziano Tittarelli al Teatro Spontini di Maiolati per la conferenza stampa di presentazione del concerto

«Ho scelto Maiolati Spontini per ripartire. Davvero una soddisfazione essere qui – ha esordito l’artista – Torno con lo stesso entusiasmo di 20 anni fa. Sono nella terra di Gaspare Spontini, anche lui al tempo ha avuto i suoi problemini e li ha superati».

«Vivere e Rinascere è un disco di inediti ma ognuno con una propria caratteristica, un proprio percorso. Canzoni d’amore, perché io amo cantare l’amore che è soprattutto speranza, la base di partenza per un futuro di rinascita e fiducia nel prossimo. Sono testi ricchi di sensazioni, di storie, di poesia, da condividere in teatro con un pubblico forse di nicchia ma che ama il lavoro cantautorale e non tradisce».

Cosa vorresti che gli spettatori dicano di te dopo questo concerto? 

«Che è un concerto di buona musica, con canzoni cantate e suonate al 100%. Mi fregio di avere una band di grandissimo livello, professionisti che lavorano con artisti quali Zucchero, ,a Pausini, e che hanno scelto di seguirmi in questo tour per stima ed amicizia».

A quali strumenti ti affidi? 

«In questo caso mi affido solo alla voce, alla chitarra ed al pianoforte. Sono brani molto cantati, interpretati con note alte e con molta enfasi, in cui mi immedesimo completamente nel dolore e nella gioia che emergono dalle canzoni».

Cantautore o musicista, come preferisci essere definito?

«Preferisco artista. E’ un mestiere che ho sempre vissuto con una certa incoscienza. Mi dicono: “fai le cose con più calma” ma io non posso che seguire la mia natura e il mio destino che è quello di scrivere cantare raccontare emozioni ed il mondo che vorrei. Mi auguro che quest’epoca possa far riaffiorare le nostre naturali esigenze umane, che siano meno travestire con le luccicanti paillettes di una sterile apparenza, e che la musica ci inviti ad una riflessione».

Nel live quanto c’è del disco?

«Lo propongo nella sua integrità. Grazie all’arrangiamento di Alessandro Canini, il disco ha caratteristiche sonore contemporanee, il che non significa che il sound sia molto diverso da quello che ho sempre adottato. Il concerto adotta questo atteggiamento sonoro di frequenza, senza tradire il mio stile.

In programma anche i successi del passato. Cosa provi quando canti le tue vecchie canzoni?

«Dipende. Se mi chiedono di cantarle fuori dal palcoscenico, così, tra vecchi amici, un po’ mi pesa. Ma in palcoscenico è diverso, ogni volta provo un’emozione diversa, e sento di interpretare in modo diverso».

Di cosa sei più orgoglioso in questo nuovo album e di questo live? 

«Mi inorgoglisce essere tornato a scrivere musica. MI ero un po’ assopito; dopo quanto mi è accaduto ho pensato di dedicarmi alla famiglia, ai figli piccoli, mi ero allontanato dalla composizione. Il disco nasce dal lavoro di più di un anno, in cui ho riscoperto il piacere della scrittura, un lavoro di composizione, di ricerca di belle canzoni, con l’aiuto anche di altri autori. Anche più di come ho fatto nelle produzioni precedenti».

E poi c’è stato Sanremo, un grande ritorno. 

«Sono andato così, semplicemente, con l’intenzione di prendere il pubblico mani nelle mani, di emozionarmi e di emozionare in un canto live. Ed il pubblico l’ha percepito. Qualcuno ha notato che si può fare bene anche in quel palcoscenico».