Cultura

“Dai Monti Azzurri all’Adriatico” la mostra a Palazzo del Duca

Dal Rinascimento al Barocco, quattro secoli di arte nelle Marche raccontate attraverso le opere dei grandi artisti che qui sono nati o vi hanno soggiornato e che hanno contribuito a modificare la geografia della Storia dell’Arte

Piazza e palazzo del Duca a Senigallia
Piazza e palazzo del Duca a Senigallia

SENIGALLIA- Dal 19 ottobre al 3 marzo 2019 la spiaggia di velluto torna ad accogliere i capolavori di alcuni grandi maestri che nel corso dei secoli hanno contribuito ad arricchire i centri adriatici con le loro opere, ospitando nelle sale di Palazzo del Duca la mostra curata da Stefano Papetti “Dai monti azzurri all’Adriatico. Crivelli, Perugino, Giaquinto”.

«Si tratta di una stupefacente serie di capolavori che dialogano con il patrimonio artistico conservato a Senigallia, come la piccola tavola di Perugino, autore anche della monumentale ancona della chiesa di Santa Maria delle Grazie – spiega Stefano Papetti – che attesta la grande diffusione del verbo peruginesco nel vasto territorio centro italiano, ma anche le tavole di Vittore Crivelli che testimoniano la fortuna dello stile forbito elaborato nelle fiorenti botteghe lagunari in continuo dialogo con il contesto adriatico».

Un viaggio nella religiosità popolare marchigiana attraverso un affascinante percorso stilistico e iconografico che si dipana dai saloni di Palazzo del Duca con le grandi pale d’altare quattrocentesche fino agli ambienti più raccolti del piano nobile dove sono esposte le nature morte sei e settecentesche, alcune delle quali acquistate alla Fiera di Senigallia, collezionate da Fortunato Duranti, artista marchigiano precursore, in piena stagione romantica, della riscoperta dell’arte barocca.

«Una mostra questa che intende aggiungere un tassello nella valorizzazione del nostro ricco patrimonio culturale colpito dal sisma e simbolo di un fertile crocevia di idee nei secoli» – afferma Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia –

Un’esposizione che arriva dopo il successo registrato dalla mostra di Robert Doisneau che ha raggiunto il record di 20 mila presenze. «Cultura e arte, due modi per destagionalizzare – spiega Mangialardi – Oltre a proseguire con i nostri eventi tradizionali».