ANCONA – Fabio Concato torna ad Ancona. Il cantautore milanese sarà al Teatro delle Muse domani (31 gennaio), alle 21, per riportare nelle Marche il suo bellissimo ˊMusico ambulante tourˊ. Un concerto in cui parlerà con il pubblico, come fa da sempre, raccontandosi a cuore aperto, per mostrare non solo il lato artistico del cantante di ˊFiore di maggioˊ e di ˊDomenica bestialeˊ, ma anche (e soprattutto) quello umano.
«Ci tengo molto a raccontarmi approfittando della situazione bella e privilegiata del teatro. Racconto minchia*e ma anche cose carine e intelligenti – scherza Concato al telefono – Qualcuna fa sorridere, altre fanno riflettere».
E sul rapporto con le Marche dice: «Ci venivo spesso, perché un mio pianista era di Macerata ma viveva a Civitanova. Ad Ancona, sono tornato lo scorso anno dopo praticamente un secolo. È stato bello, come mi auguro sarà domani. Ho tanti ricordi positivi che mi legano a questa città».
Il successo, quello popolare, Concato, lo raggiunge nell’82, con ˊDomenica bestialeˊ. Un animo sensibile, il suo, di un artista che la musica la fa veramente. ˊRosalinaˊ, ˊGuido pianoˊ e ˊTi ricordo ancoraˊ hanno fatto la storia della canzone. Insieme, chiaramente, a ˊFiore di maggioˊ, che ha dedicato alla figlia Carlotta (per l’altra, Giulia, ha invece scritto – per l’appunto – ˊGiuliaˊ).
«Quale preferisco tra i miei brani? ˊGigiˊ, che ho scritto per mio papà». Concato ha proseguito la scelta del padre (chitarrista e autore jazz) di usare, come pseudonimo, il cognome della nonna paterna. All’anagrafe, infatti, l’artista si chiama Fabio Bruno Ernani Piccaluga.
Quando scende dal palco, Concato (70 anni) fa il nonno: «Sono uno come tanti – sottolinea – Un nonno che si rimbambisce per la nipote, che è ancora piccina, ha 3 anni e mezzo. Conto di portare anche lei a teatro, in giro, al cinema, a vedere la prosa, l’opera. Senza forzare niente, vorrei che anche lei respirasse un pochino di quella bella polvere nei teatri».
A breve inizierà Sanremo: chiediamo se lo guarderà. «Il 6 e il 7 sarò in giro per lavoro, quindi salterò le prime due serate. E non penso che guarderò le altre. Certo, qualcosa ascolterò, ma non mi metterò più lì, davanti alla tv, coi popcorn, come facevo 20 anni fa. Oggi dura troppo».
Concato partecipò a Sanremo nel 2001, con Ciao Ninìn e nel 2007, con Oltre il giardino. Non c’è due senza tre, si dice. Ci sarà un altro festival per lui, da artista in gara? «Per ora no – risponde – Non mi piacerebbe affatto tornare. In questo periodo la penso così, non mi ci vedo adesso al festival. Poi – riflette – può anche darsi che mi ricapiti eh, per carità, non ho niente contro il festival. Però adesso non ci sarei andato, anche avendo la canzone. Che poi – commenta – mica esiste ˊlaˊ canzone del festival».
Nel 2007, ha portato all’Ariston Oltre il giardino, una canzone che parla di uno dei periodi più bui che può avere una persona, la perdita del lavoro a 50 anni: «Di momenti difficili ne ho avuti anche io, come tutti credo. E forse è verosimile che fosse proprio in quegli anni, sa? Ma poi mi sono risollevato facendo ciò che più mi diverte, suonando e cantando».