Dopo aver guadagnato sette Golden Globe, La La Land ha incassato un altro record: 14 nomination agli Oscar. Tanto era riuscito in passato solo da Eva contro Eva e Titanic, entrambi risultati poi vincitori assoluti nella notte più importante dei premi cinematografici. C’è da scommettere che altrettanto sarà per il musical di Damien Chazelle che guarda alla Hollywood del passato con una freschezza contemporanea. Delle 14 nomination molte sono di peso: migliore attore protagonista per Ryan Gosling, migliore attrice protagonista per Emma Stone, migliore regista e miglior sceneggiatura.
Scartabellando i numeri relativi all’89^ edizione degli Oscar, la cui cerimonia di premiazione si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles il 26 febbraio, un altro record balza subito alla vista, bello e luminoso: super Meryl Streep riceve la sua ventesima nomination! Mai nessuna attrice o attore ha ottenuto così tante candidature. Difficilmente però la divina Meryl alzerà la sua quarta statuetta, per la sua interpretazione di soprano stonato e inconsapevole in Florence: l’Academy Award come migliore attrice protagonista sembra appannaggio di Emma Stone, sempre per La La Land, o di Isabelle Huppert per Elle, unica francofona tra star hollywoodiane.
Nella categoria più ambita, quella di miglior film, si segnalano nove film in gara su un massimo di dieci contendenti: segno di un buon anno per la produzione cinematografica anglofona. Accanto al grande favorito La La Land ci sono Arrival di Denis Villeneuve, Barriere diretto e interpretato da Denzel Washington che è anche fra gli attori protagonisti candidati, La battaglia di Hacksaw Ridge di Mel Gibson, Hell or High Water di David Mackenzie, Il diritto di contare di Theodore Melfi, Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan, Lion di Garth Davis e Moonlight di Barry Jenkins. Da notare la presenza di molti rappresentanti “black” (da Barriere a Moonlight a Il diritto di contare): la probabile risposta alla polemica #OscarsSoWhite dell’anno scorso. Inoltre, dei venti attori candidati sette sono di colore e la regista Ava DuVernay porta il tema dell’ineguaglianza razziale nell’America contemporanea al centro dell’attenzione nel documentario 13th.
È trionfale il ritorno dietro la macchina da presa di Mel Gibson: l’Academy pare averlo finalmente perdonato dopo gli anni di castigo in seguito all’arresto per guida in stato di ebbrezza e ai commenti razzisti rivolti alla poliziotta che lo aveva fermato. La battaglia di Hacksaw Ridge ha ricevuto sei candidature, tra cui – oltre a miglior film – quella altrettanto prestigiosa di miglior regista e miglior attore per Andrew Garfield, che ha buone possibilità di aver la meglio su Gosling, Casey Affleck (Manchester by the sea), Viggo Mortensen (Captain Fantastic), Denzel Washington (Barriere).
Ma la notte del 26 febbraio l’Italia farà tutta il tifo per Fuocoammare di Gianfranco Rosi. Il documentario su Lampedusa e gli sbarchi di immigrati sull’isola, escluso dalla categoria miglior film straniero, ha conquistato un posto fra i documentari. È la seconda volta che un documentario italiano concorre agli Oscar: era accaduto nel 1962 con La grande Olimpiade di Romolo Martellini.
Tra le curiosità da segnalare, c’è il ritorno al cinema dopo un periodo burrascoso per il regista Kenneth Lonergan, il cui primo film Margaret del 2011 fu protagonista di una lunga battaglia legale. Il suo Manchester by the sea è il primo film prodotto per il servizio streaming a ottenere una candidatura all’Oscar. A finanziarlo infatti sono stati gli Amazon studios.