Le opere di Pericle Fazzini, “lo scultore del vento“, come lo definì Giuseppe Ungaretti, tornano in mostra a Roma dopo trent’anni, in occasione del 110° anniversario della nascita.
L’artista, nato nel 1913 a Grottammare (Ascoli Piceno) e morto a Roma nel 1987, autore – tra l’altro – della colossale Resurrezione della sala Pier Luigi Nervi in Vaticano, sarà celebrato dal 25 marzo al 2 luglio 2023 presso il Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese, in occasione della mostra “Pericle Fazzini, lo scultore del vento” a cura di Alessandro Masi, con Roberta Serra e Chiara Barbato, e i contributi in catalogo di Bruno Racine, Claudio Strinati e Salvatore Italia. L’evento è promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione e Archivio Storico “Pericle Fazzini”.
L’esposizione presenta una selezione di cento opere del maestro marchigiano, tra sculture, bozzetti, disegni e grafiche. Ripercorre la sua intera vita creativa, attraverso sculture di piccola e grande dimensione – tra legni, bronzi e gessi – disegni e opere grafiche: dalle prime prove degli anni Trenta e Quaranta come il Giovane che declama (1937-38) e la Sibilla (1947) fino ai bozzetti originali della Resurrezione della sala delle udienze papali in Vaticano. Di particolare interesse sono il Ritratto di Anita (1933), il Ritratto di Sibilla Aleramo (1947), l’Uomo che urla (1949-50) e il Profeta (1949), quest’ultimo raramente esposto.
Il percorso dell’artista, tra i più apprezzati della “Scuola romana”, si inserisce tra le più alte testimonianze dell’arte sacra del Novecento. Il suo anelito alla bellezza come svelamento del Divino segna una svolta nella ricerca plastica contemporanea, traducendo il testo sacro delle Scritture in una forma dialogante tra Fede e Arte.
Figlio di un povero falegname piceno, Pericle Fazzini conobbe la sua fama grazie al poeta Mario Rivosecchi che lo introdusse negli ambienti della Roma dei Mafai, Scipione, Mazzacurati, Ziveri e della gallerista Anna Laetitia Pecci Blunt (Galleria La Cometa), che impressero una svolta all’arte in senso espressionista e antiretorico contro ogni forma d’arte di regime e celebrativa del fascismo. Conservate nei maggiori musei di tutto il mondo, le sculture di Fazzini sono conservate nei maggiori musei di tutto, in importanti collezioni private e pubbliche tra cui Moma di New York, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Guggenheim Collection di Venezia, il Centre Pompidou di Parigi e il Momat di Tokyo.
Tra le sue opere più note, è la “Resurrezione”, la grande scultura commissionata da papa Paolo VI nel 1965 e realizzata in cinque anni, dal 1970 al 1975, dallo scultore grottammarese per l’Aula Paolo VI, anche conosciuta come Aula Nervi dal nome del suo progettista, in Vaticano. Pericle Fazzini fu scelto dopo quattro anni di selezioni 1970-1975 e gli fu messa a disposizione la chiesa di San Lorenzo in Piscibus per la realizzazione dell’opera. La statua fu inaugurata il 28 settembre 1977. La scultura si estende per una larghezza di 20 metri e occupa tutta la sezione centrale della parete fondale dell’aula. Al centro si trova il Cristo risorto che, svettante, emerge da un caos indefinito che raffigura la morte. I suoi lunghi capelli e la barba sono spostati da un vento che soffia da sinistra verso destra, le sue braccia sono aperte e il volto fa trasparire una sofferenza interiore. Il resto della scultura è un insieme di elementi naturali fusi fra di loro, rocce, rami secchi e radici.
Anche Ancona custodisce una grande scultura di Pericle Fazzini, il Monumento alla resistenza di Ancona al parco del Pincio, realizzato in memoria dei Caduti della resistenza dorica durante la seconda guerra mondiale. E’ un’opera di grande rigore ed efficacia realizzata in bronzo che rappresenta un uomo appeso per le braccia ad un ramo di un albero stilizzato a sembianze umane, con al lato opposto un uccello posato sul ramo. Fa da fulcro centrale ad una complesso di 16 lastre commemorative a ricordo dei principali eventi bellici vissuti dalla città di Ancona dal 1922 al 1945.