PESARO – Pesaro omaggia il maestro Giuliano Vangi. A pochi mesi dalla morte dell’artista inaugura nel loggiato della Pescheria, la mostra ‘‘Verso il Museo Giuliano Vangi. Il maestro della forma’ promossa dal Comune di Pesaro e Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei; organizzazione Civita Mostre e Musei.
Una raccolta che anticipa il futuro museo dedicato allo scultore. ‘Verso il Museo Giuliano Vangi. Il Maestro della forma’ presenta alla città una selezione importante del lascito Vangi (1931 – 2024) composto da 130 opere circa tra sculture, disegni e dipinti in resina, pervenuto per legato testamentario al Comune di Pesaro grazie alla generosità preziosa della famiglia eche sarà protagonista in futuro di un museo dedicato a Palazzo Mazzolari Mosca. L’evento – che può contare su una presentazione di Vittorio Sgarbi – rappresenta un omaggio della Capitale della cultura ad un protagonista dell’arte del Novecento e intende celebrare un legame ben consolidato e vivo: quello tra il ‘Maestro della scultura’ nato a Barberino di Mugello e Pesaro, sua città d’adozione dove si è spento il 26 marzo scorso. A Pesaro Vangi era arrivato nel 1951 come giovanissimo insegnante dell’Istituto d’Arte Mengaroni e qui, dopo alcune esperienze per il mondo, aveva deciso di tornare per viverci.
«Un grande ringraziamento va alla famiglia Vangi per la donazione al Comune di Pesaro delle 130 opere del Maestro, di cui 66 saranno in mostra – da domani – al Centro Arti Visive Pescheria. La donazione non è una scelta scontata – ha sottolineato Andrea Biancani -, ma dimostra una grande sensibilità e un legame forte con la città, tramandato da Giuliano Vangi alla sua famiglia. Sarà Palazzo Mazzolari Mosca, una volta terminati i lavori di riqualificazione attualmente in corso, ad ospitare la mostra permanente del Maestro Vangi, ma intanto abbiamo deciso di non lasciar nascoste le opere in un deposito, abbiamo voluto “donare” alla città, sin da subito, una parte importante della collezione con un’esposizione essenziale che esalta la vera anima delle opere».
Per il vicesindaco e assessore alla Cultura Daniele Vimini: «Un viaggio incredibile nella sua produzione e un’anticipazione importante di quel che sarà il museo che accoglierà anche disegni, tavole e studi e tutto ciò che resta di grandioso della carriera di questo grande artista a cui Pesaro deve tanto e che tanto Pesaro ha amato».
«Un’emozione essere qui, attorniati da tutte queste opere del nostro Giuliano. Non c’è lui, ma è qui la sua anima, la sua passione, il suo intenso e continuo lavoro, la sua vita – così Marco Vangi figlio dell’artista – L’impegno si esprimeva nei momenti di riposo fisico anche nella lettura di testi, la ricerca delle immagini, lo studio delle opere dei grandi artisti del passato e di alcuni contemporanei, per i quali nutriva profonda ammirazione. Erano i sentimenti umani, così ricchi, così complessi, la gioia e il dolore che si riflettono poi nelle condizioni della vita dell’uomo, che davano origine a una ricerca espressa dapprima nel disegno, che si può definire l’impronta primordiale dell’idea, espressa poi nello studio di tanti bozzetti, di creta, di terracotta, di bronzo o altri materiali, che prendevano forme e fatture diverse. Finalmente la scultura definitiva, assolutamente opera unica… non ha mai fatto copie, mai ceduto a compromessi».
Carla Lucarelli, architetto progettista, ha spiegato il senso dell’allestimento: «L’allestimento è stato, dunque, pensato come la riproposizione di un deposito/laboratorio temporaneo dell’artista stesso dove le opere sono state temporaneamente ospitate in attesa della loro definitiva collocazione. Questo senso di attesa – verso il museo Giuliano Vangi – pervade tutto il percorso espositivo, sottolineato anche dalla scelta della collocazione delle singole opere che non propone un percorso cronologico o tematico ma crea relazioni molto ravvicinate tra le opere, che si guardano e ci guardano come una folla di umanità diversa. Anche i materiali con cui sono stati realizzati i supporti delle opere hanno voluto riproporre una sorta di precarietà».
Il pubblico potrà ammirare 69 opere tra cui sculture imponenti di grandi dimensioni realizzate in marmo, gesso dipinto, alluminio, bronzo, ottone, ferro corten, plexiglass e terracotta dedicate ai temi cari alla poetica dell’artista, e due resine dipinte. E’ stata proprio l’abbondanza del lascito a guidare l’allestimento, pensato come la riproposizione di un deposito/laboratorio temporaneo dell’artista dove le opere sono ospitate in attesa della loro definitiva collocazione nel museo di Palazzo Mazzolari Mosca.
La raccolta nel loggiato della Pescheria rappresenta efficacemente la poetica di Vangi. Il fulcro della sua ricerca è l’uomo, con le sue sofferenze, i dubbi, le certezze e le speranze, in un mondo complesso dove convivono violenza e armonia: per lui l’arte è essenzialmente affermazione dell’esistenza e tutto viene espresso attraverso l’uso sapiente della materia. Il Maestro concepisce le sue sculture in diversi materiali – legno, marmo, pietre varie con incastri sorprendenti, avorio e i metalli più disparati – lavorandoli ogni volta in base alle specifiche esigenze.