Pittore, architetto, innovatore, a 540 anni dalla sua nascita Raffaello Sanzio non smette di sorprenderci. Se ne (ri)parla su Rai5 Art Night, con un ritratto dedicato al maestro urbinate, tra i massimi protagonisti dell’arte rinascimentale. Mercoledì 14 giugno alle 21.15 va in onda In onda “Raffaello. Il mito e la modernità”, documentario che ricostruisce, con studiosi ed esperti, la figura e la carriera dell’artista che non fu solo pittore e architetto, ma anche intellettuale capace di interpretare il progetto di un’intera società.
Grazie alle riflessioni dello scrittore e restauratore Antonio Forcellino, il filmato ripercorre quello che viene considerato il “periodo d’oro”, gli anni romani dal pontificato di Giulio II alla morte di Leone X nel 1521. Si parte analizzando le opere d’architettura con lo storico dell’architettura Alessandro Viscogliosi nella splendida Villa Madama e la Cappella Chigi in S. Maria del Popolo, mentre l’architetto Paolo Portoghesi spiega Raffaello e il fondamentale riferimento alla classicità. Dall’amore di Raffaello per l’Antico nasce la “Lettera a Leone X”, scritta con l’amico Baldassarre Castiglione, primo esempio di storia della tutela del patrimonio artistico: ne parla lo storico Francesco Paolo di Teodoro ai Mercati di Traiano. E poi il rapporto con i committenti, i papi e l’amico banchiere Agostino Chigi: la Villa Farnesina, luogo di svago e delizie del ricco banchiere Agostino, mostra una perfetta simbiosi tra architettura e paesaggio. Raffaello lavorerà prima all’affresco della Galatea (illustrato dalla conservatrice della Villa, Virginia Lapenta) per poi passare a quelli della “Loggia di Amore e Psiche”, illustrati dalla esperta botanica Giulia Caneva e dal chimico Antonio Sgamellotti.
Raffaello ha trovato il modo di sviluppare anche il talento degli altri, un’altra caratteristica che permette un excursus nel contemporaneo: la “bottega” di Vetrya, un’azienda che si occupa di intelligenza artificiale e, sul modello di una bottega rinascimentale, promuove innovazione e cultura. Ne parlano i fondatori Katia Sagrafena e Luca Tommasini (il più giovane Cavaliere del Lavoro). Per approfondire la fortuna di Raffaello dal Cinquecento all’Ottocento, si visita la Collezione Davoli (illustrata dai curatori Zeno Davoli e Chiara Panizzi) nella Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, dove le incisioni di Marcantonio Raimondi ed altri sono la testimonianza della diffusione dei modelli raffaelleschi nelle corti d’Europa e non solo. Per concludere, il lascito di Raffaello a un artista contemporaneo, Luigi Ontani, autore di un autoritratto nelle vesti di Raffaello.