Arriva a Jesi, con un doppio appuntamento questo fine settimana, Sarathy Korwar, un autentico migrante delle sette note.
Nato negli Stati Uniti, cresciuto in India, formatosi nella scena jazz londinese, dove sviluppa e affina la passione di adattare le composizioni per tabla alla tipica batteria occidentale, Korwar si è imposto alla critica internazionale con il suo sorprendente album d’esordio “Day to Day” (uscito per la celebre Ninja Tune), tra suggestioni sufi, elettronica, echi coltraniani e club culture.
Venerdì 17 febbraio alle ore 22,30 allo Spazio Comune TNT di Via Gallodoro, il musicista suonerà con il suo Trio (insieme a lui, saranno Al McSween alle tastiere e Tamar Osborn al sax baritono e al flauto), in una performance energica ed infuocata che fonde la ripetitività dello stile devozionale dei canti sacri, i battiti tribali della poliritmica africana, jazz e trame electro. L’evento nasce dalla collaborazione tra SCA TNT, Birrificio Agricolo Chiaraluce, Scuola Musicale Opus1, Marche Music College e Pentagon Booking
Sabato 18 febbraio, dalle ore 10.30 alle 13.30 il Marche Music College organizza presso il Complesso di San Floriano il workshop dal titolo “Ritmi Indiani” nel corso del quale Korwar guiderà una discussione e dimostrazione sul modo in cui lui stesso esplora i modi per trasporre ritmi concetti e vocabolario della musica indiana su strumenti non indiani e mostrerà come impiegare tali tecniche in un contesto di musica contemporanea.
Nella sua musica, Sarathy Korwar rispecchia un cammino esistenziale in bilico tra tre continenti, America, Asia ed Europa. Dopo aver conseguito nel 2011 una laurea in culture orientali ed africane – con particolare attenzione agli adattamenti ritmici della tradizione popolare indiana – l’abile suonatore di tabla classica e drum-kit ha lavorato al fianco di grosse firme del panorama jazz internazionale (tra gli altri Karl Berger ed Ingrid Sertso). Tutto ciò ha consentito a Korwar di salire alla ribalta ricevendo ambiti premi musicali -tra i quali il Rajshekhar Parikh Fellowship come promessa del panorama musicale indiano – nonché l’assoluto privilegio di una esibizione al cospetto del Dalai Lama alla Royal Opera House di Londra.
Adesso, grazie ad una joint venture con l’etichetta Ninja Tune, Sarathy fa capolino sul mercato discografico con il suo album d’esordio “Day to day”. Non un debutto improvvisato bensì il frutto di ambiziosi e meticolosi studi sulla contaminazione sonora tra cui quelli sul popolo indiano dei Siddi, discendenti da immigrati africani, che conservano tradizioni poliritmiche e frammenti di cantato in lingua Swahili.