CAMERINO – Un turbine di emozioni, di vitalità, di entusiasmo. L’inconfondibile cascata di capelli rossi, una voce da far rimanere a bocca aperta, una personalità sì forte ed energica eppure tenera e delicata. Teresa De Sio ammalia il pubblico appassionato dell’auditorium Benedetto XIII di Camerino per l’ultimo appuntamento di “Sibillini Live – Percorsi culturali per la ricostruzione”, il festival itinerante organizzato da Arci Marche in collaborazione con comuni, associazioni e artisti locali e nazionali e sotto la direzione artistica di Musicamdo. Teresa De Sio, che partecipava all’evento camerte a titolo gratuito, in segno di solidarietà e vicinanza alla comunità, ha davvero rapito tutti.
Un’ora e mezza di grande musica, di intense emozioni, di brividi sulla pelle anche grazie agli ottimi musicisti: il mitico Sasà Flauto alle chitarre, Pasquale Angelini alla batteria, Vittorio Longobardi al basso. Ritmo, poesia, leggerezza, ironia, sensibilità sono gli elementi che hanno caratterizzato il bel concerto di Camerino. L’irresistibile, irrefrenabile energia che sprigiona la “brigantessa” partenopea conquista un po’ tutti, che ritmicamente la accompagnano nelle sue performance più celebri, molte delle quali cantate con il mai dimenticato ed immenso Pino Daniele, autore anche di tante celebri canzoni: Je so’ pazza (Je so’ pazzo), Lazzari felici, Quanno chiove, Chi tene ‘o mare, Viento. C’è spazio anche per O’jammone (Il capo), scritta dalla De Sio e dedicata proprio al grande Pino, da lei riconosciuto come il vero “capo” della musica napoletana, l’indiscusso leader. La serata prosegue con i suoi cavalli di battaglia più noti, Aumm aumm e Voglia ‘e turnà, dedicata per l’occasione a tutte le popolazioni alle prese col dramma del terremoto. “I luoghi colpiti irrimediabilmente dal sisma devono tornare ad essere luoghi di cura delle anime e della socialità, tessuti produttivi di giovialità e cultura, riserve di benessere e di convivialità.
E la gente deve tornare presto nelle proprie case”, dice dal palcoscenico Teresa De Sio, invitando il pubblico ad agitare le mani come fossero altrettante bandiere di solidarietà e amicizia. Altri brividi, altre emozioni con i versi tenui e malinconici di “Pianoforte e voce”. E tutti, a Camerino, cantano convinti: “tanto a nuttata adda passà, tanto a nuttata adda fernì”.