ANCONA – I premi Inarchitettura 2023 per le Marche e l’Umbria saranno consegnati martedì 3 ottobre all’auditorium della Mole Vanvitelliana, con la provincia di Ancona in buona posizione tra le nomination. Sono stati presentati stamattina in Comune, alla presenza degli assessori Marco Battino e Angelo Eliantionio, del presidente della federazione degli architetti delle Marche, Viviana Caravaggi, degli architetti Michele Schiavoni, direttivo Inarch Marche e componente giuria, e Anita Sardellini in qualità di architetto premiato come nuove costruzioni che nel 2020 ha vinto con il progetto dell’istituto zooprofilattico di via Cupa, ad Ancona, e dell’ingegnere Marco Montagna, presidente Inarch Marche. L’istituto nazionale di architettura InArch e l’associazione Costruttori Edili Ance, in collaborazione con le rispettive sezioni regionali e con Archilovers, promuovono, infatti, l’edizione 2023 dei premi Inarchitettura, venti premi regionali conferiti nel corso di dodici eventi di premiazioni locali e poi la premiazione finale nazionale. I premi saranno attribuiti a due diverse categorie: interventi di nuova costruzione e interventi di riqualificazione del patrimonio esistente, restauro e ristrutturazione. Oltre alle due categorie di premi, ci saranno altri due riconoscimenti, il premio alla carriera e quello alla critica architettonica.
Il premio alla carriera per le Marche non sarà assegnato, al suo posto ci sarà un riconoscimento alla memoria, che andrà all’architetto pesarese Celio Francioni, uno degli architetti marchigiani più rappresentativi del secondo dopoguerra. Per il premio alla critica è stato riconosciuto l’estremo valore del Sacu, seminario di architettura e cultura urbana di Camerino e del suo ideatore Giovanni Marucci, che cura il seminario da trentatré anni. La consegna dei premi sarà accompagnata dalla relazione del maestro napoletano Massimo Pica Ciamarra che parlerà del ruolo dei premi oggi in Italia e dall’intervento dell’architetto pesarese Roberta Martufi che illustrerà l’opera di Celio Francioni. I vincitori dei premi regionali accederanno alle finali nazionali la cui premiazione si svolgerà il 7 novembre a Venezia a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia.
«Un premio di grande rilievo che torna ad Ancona – ha detto Marco Battino –, l’ultima volta nelle Marche è stato assegnato nel 2020. È qualcosa che dà lustro alla nostra città e che riconosce le eccellenze del nostro territorio, in cui Ancona vuole recitare il proprio ruolo di capoluogo delle Marche». «Un’iniziativa importante che va esattamente nella direzione che auspichiamo e che abbiamo auspicato già con l’ordine degli architetti, di recente – ha aggiunto Angelo Eliantonio –, non solo per confrontarci, ma per avere la capacità di immaginare insieme il futuro di Ancona, l’urbanistica è il futuro del territorio e amministrazione pubblica che non può che avvalersi della professionalità di chi deve operare. Quando le visioni sono comuni i risultati sono sempre migliori».
È stato quindi il turno del presidente Inarch Marche, Marco Montagna: «Provengo dal mondo delle costruzioni, perché i premi Inarch sono rivolti alla costruzione in quanto tale, come valorizzazione della committenza, della progettazione e della costruzione, perché gli edifici sono validi quando sono ben costruiti. Inarch è un’associazione libera che promuove la bellezza delle costruzioni, una città ben costruita è luogo di vita piacevole, diversamente da una periferia malandata e mal costruita. Inarch è nata proprio come centro di discussione. Il premio è sempre un modo per valorizzare, essere premiati dà soprattutto ai giovani la spinta per essere migliori». «Celebriamo i premi dell’architettura – ha aggiunto Viviana Caravaggi – e questa tappa ha una serie di significati: dopo tredici anni Inarch torna ad Ancona sviluppando un settore come la cultura, volano del nostro Paese, fondamentale per i nostri meravigliosi borghi, nonostante le difficoltà strutturali e le normative. Ma la valorizzazione del territorio che Inarch e gli architetti vogliono con impegno e caparbietà portare avanti arrivano da una tradizione millenaria di cui siamo eredi. Per una qualità del costruito e dell’architettura che non significa solo estetica, ma tanti fattori che fanno sinergia tra loro e che si traducono in qualità dei nostri borghi e del nostro costruito».