Cultura

Torna la Giornata delle dimore storiche, ecco cosa vedere nelle Marche

Tra le peculiarità delle dimore marchigiane che aprono al pubblico, la Biblioteca Cecini di Pesaro o la Casa Museo e il Centro Studi Osvaldo Licini nel Fermano

Palazzo Capparucci di Fermo (Foto: Agenzia Utopia)

Torna la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane. Il più grande museo diffuso d’Italia riapre le porte domenica 26 maggio: oltre 450 monumenti tra castelli, rocche, ville, parchi, giardini lungo tutta la penisola accoglieranno gratuitamente tutti coloro che vorranno immergersi in luoghi senza tempo, circondati dalle meraviglie del patrimonio artistico e culturale italiano.

L’iniziativa, giunta quest’anno alla XIV edizione, è organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Case della Memoria, la Federazione Italiana Amici dei Musei (FIDAM) e Federmatrimoni ed Eventi Privati (Federmep) e ha ricevuto il patrocinio di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo e della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e del Ministero della Cultura.

Diverse le iniziative promosse dai proprietari per la Giornata Nazionale per permettere ai visitatori di vivere un’esperienza stimolante e intercettare le esigenze del pubblico di ogni fascia d’età. Tra le peculiarità delle dimore marchigiane che aprono al pubblico, si sottolinea la possibilità di visitare la Biblioteca Cecini a Pesaro e consultare i testi esposti; mentre ad Ascoli Piceno il Borgo Storico Seghetti Panichi proporrà un’esperienza di visita del Giardino Storico in notturna. In provincia di Fermo sarà possibile effettuare un tour guidato su prenotazione della Casa Museo e del Centro Studi Osvaldo Licini; esplorare gratuitamente gli spazi esterni della Villa Santa Maria al Poggio; e visitare su prenotazione il piano terra (parziale) e il primo piano del Palazzo Capparucci.

Dimore storiche, alcuni dati

Il patrimonio culturale privato in Italia, con oltre 37 mila immobili identificati, costituisce una parte fondamentale del patrimonio storico, artistico e culturale nazionale. Contrariamente a quanto si pensi, in Italia vi sono oltre 8.200 dimore private abitualmente aperte al pubblico, superando di gran lunga il numero dei comuni italiani, che ammontano a 7.901: in media, più di una dimora per località. Si può dunque parlare di una delle principali risorse per lo sviluppo del Paese, basato sulla storia e l’identità italiana e che favorisce la nascita di nuove occupazioni e la creazione di un futuro sostenibile a partire dalla propria memoria. Uno sviluppo di cui non tutti i Paesi possono vantarsi. Le Dimore Storiche, non solo il più vasto museo diffuso, ma anche la più estesa industria culturale del Paese, creano economia e valore sociale – oltre che culturale – in tantissime filiere estremamente ampie ed articolate, come turismo, artigianato e restauro,  soprattutto al di fuori delle grandi città.

Il 28% delle dimore, infatti, si trova in comuni sotto i 5.000 abitanti – che costituiscono il 70% dei comuni italiani – oltre la metà (54%) si trova nei centri abitati con meno di 20.000 abitanti ed il 31,3% in aree periurbane o al di fuori delle città. Più di una dimora su tre risulta inoltre essere all’interno di un borgo storico, una su quattro in area rurale. Le dimore sono beni non delocalizzabili che generano un valore sociale ed un’economia indissolubilmente legata al territorio. Se adeguatamente valorizzate possonoquindi rappresentare uno stimolo per la ripartenza dei piccoli comuni garantendo un ritorno positivo per le attività produttive locali che sono sempre più in difficoltà. Le aree interne – pari al 58% del Paese, in cui vivono 13 mln di persone – sono sempre più povere e prive di servizi a causa di uno spopolamento che va ben oltre l’attuale calo demografico.

La Giornata Nazionale ADSI rappresenta un’occasione unica per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul ruolo che le dimore storiche ricoprono per il tessuto socio-economico del Paese, oltre che per riscoprire le bellezze italiane.