Pesaro

Urbino, nuovo allestimento e oltre cento opere a Palazzo Ducale

Inaugurato il secondo piano. Aprono al pubblico anche ambienti che fino a ora non erano visibili, come il torricino sud, la loggia e la terrazza del Gallo

URBINO – Otto sale dedicate alla pittura dal Cinquecento al Settecento. Il palazzo Ducale di Urbino inaugura i nuovi spazi al secondo piano. Con questa apertura si conclude la musealizzazione del piano superiore dello storico edificio urbinate, permettendo al museo marchigiano di ospitare quasi 100 opere in più rispetto a prima.

L’allestimento di questi spazi si è reso necessario in seguito all’incremento delle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche e, in particolare, dal deposito della ricca collezione della Cassa di Risparmio di Pesaro.

Quest’ultima consta di circa 200 dipinti, che spaziano dal Quattrocento all’età contemporanea, tutti di ambito marchigiano, e circa 200 ceramiche la cui produzione – dal Quattrocento in poi – rappresenta un’eccellenza della zona.

Il grosso della collezione della Cassa di Risparmio di Pesaro, vede opere del Sei e Settecento, di ambito marchigiano quindi costituisce un’integrazione indispensabile alla narrazione dell’arte marchigiana ben rappresentata per i secoli XV e XVI dalla collezione permanente della Galleria Nazionale delle Marche.

«Con l’apertura delle nuove sale del secondo piano, spazi prima mai musealizzati – afferma il Direttore Luigi Gallo –, si porta a compimento quel processo di riconversione dell’intero edificio a scopo culturale, iniziato proprio con l’istituzione della Galleria Nazionale delle Marche, nel 1912, sotto la direzione di un giovanissimo Lionello Venturi. Oltre ad aumentare gli spazi espositivi e, di conseguenza, la quantità delle opere esposte, l’operazione include nel percorso spazi di grande valenza prima non visibili al pubblico, come il torricino sud, la loggia e la terrazza del Gallo».

Aumentando gli spazi a disposizione, innanzitutto si ha modo di dare più aria alle opere esposte al primo piano: sostanzialmente, qui resta tutta l’esposizione delle opere dal Trecento alla metà del Cinquecento, che culmina con i capolavori di età federiciana che si trovano inseriti in prossimità degli spazi caratteristici dell’epoca: lo Studiolo, il Salone del Trono, la Sala degli Angeli, etc.

Il secondo piano ospiterà invece, le opere dalla metà del Cinquecento al Settecento. Qui percorso prende avvio dalle sale dedicate al Barocci e ai suoi seguaci. Il nucleo delle sue opere si è ulteriormente arricchito in tempi recenti grazie all’iniziativa del MiC 100 opere tornano a casa. Difatti, nell’ambito del progetto di esposizione temporanea presso altri musei di opere provenienti dai depositi dei musei maggiori, sono entrati (e resteranno per 10 anni) nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche, altre due opere di Federico Barocci provenienti dalla Pinacoteca di Brera.

La stessa iniziativa ha arricchito questa sezione del museo di altre tre opere, due di Simone Cantarini e una di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio. Nelle sale del secondo piano troveranno spazio anche le opere di altri artisti attivi in terra marchigiana, come Orazio Gentileschi, o di origine marchigiana, come Francesco Guerrieri e Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato.

Il torricino sud

Seguono alcune opere degli Zuccari, pittori di Sant’Angelo in Vado, località prossima ad Urbino – parte di proprietà della Galleria Nazionale delle Marche e parte provenienti dal deposito della Cassa di Risparmio di Pesaro – e di Federico Barocci, eccellente pittore urbinate di cui la Galleria Nazionale delle Marche custodisce un ricco nucleo di dipinti e disegni; compresi tra le opere del Cinquecento anche dipinti Tintoretto, Boscoli, Maso da San Friano, Naldini e altri.

Nelle nuove sale del secondo piano, sarà ricollocata anche la Donazione Volponi, la collezione dello scrittore Paolo Volponi donata – in due tranche – alla Galleria Nazionale delle Marche, in memoria prima di Roberto, il figlio del senatore scomparso tragicamente in un incidente aereo, quindi dello stesso Paolo, da parte degli eredi. Tranne per un piccolissimo nucleo di opere del Tre-Quattrocento a fondo oro, la collezione è costituita prevalentemente da opere del Seicento romano con capolavori di Guido Reni, Giovanni Lanfranco, Guercino, Mattia Preti, oltre ai vari Ribera, Gentileschi, Battistello Caracciolo e Salvatore Rosa.

La sezione sul Settecento sarà incentrata sul pontificato di Clemente XI, al secolo Giovanni Francesco Albani, nativo di Urbino e che, per tale motivo, rappresentò per la città marchigiana un momento particolarmente fiorente dal punto di vista culturale e artistico.

L’allestimento del secondo piano prevede anche due sezioni tematiche: una dedicata al paesaggio e una al ritratto. Per le peculiarità proprie del paesaggio del Montefeltro, la prima assume una connotazione particolarmente significativa.

Altre sezioni specifiche che hanno già trovato posto nelle nuove sale sono il Gabinetto dei Disegni, che offre l’occasione di esporre, oltre a due monumentali cartoni di Domenichino e di Carracci, anche una selezione della raccolta grafica della Galleria Nazionale delle Marche che vedrà alternarsi – tra gli altri – numerosi disegni dello stesso Barocci di cui l’Istituto possiede una ricca selezione.

Poi c’è la Galleria del Pasquino e la sala attigua, che permettono di ammirare una ricca rassegna di ceramiche di cui il Montefeltro fu una terra di eccellente produzione.

Infine il torricino sud, sarà percorribile anche verso l’alto fino a potersi affacciare dal caratteristico balcone che si avvolge alla base della cuspide.