Economia

Economia Marche, imprese artigiane: «Il 2024 anno complesso»

Confartigianato e Cna evidenziano lo sforzo di adattamento messo in campo dalle imprese artigiane per adeguarsi ai complessi cambiamenti imposti da un quadro mutevole

«Gli indicatori economici evidenziano ormai da tempo che il 2024 sarà un anno complesso per l’economia marchigiana». È il quadro tracciato in sintesi da Confartigianato e Cna. Marco Pierpaoli, segretario di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, Massimiliano Santini, direttore Cna Ancona, evidenziano lo sforzo di adattamento messo in campo dalle imprese artigiane per adeguarsi ai complessi cambiamenti imposti da un quadro mutevole, che ha visto l’alternarsi di una crisi dietro l’altra: il Covid, il caro energia e carburante, il caro materie prime, l’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e i conflitti internazionali (Ucraina prima e Israele – Hamas poi).

Nel 2023 nella sola provincia di Ancona, hanno chiuso i battenti circa 2.000 attività. Tra i settori che hanno risentito di più del quadro di crisi ci sono stati il commercio di auto (-966 imprese in 11 mesi), l’autotrasporto (-105), il turismo (-157) e le costruzioni (-421 imprese). I servizi al turismo invece nei primi 11 mesi del 2023 hanno visto un incremento di nuove attività del +70%.

In positivo le due associazioni segnalano l’apertura di numerose nuove attività, specie nei settori della consulenza e innovazione che negli ultimi mesi hanno fatto registrare quasi +800 nuove partite iva e nei settori della comunicazione e informazione, che hanno fatto registrare un balzo in avanti del 60% rispetto al 2022. «Positivi – dice Pierpaoli di Confartigianato – gli indicatori relativi a occupazione ed export che registrano numeri più positivi. La forza delle imprese artigiane è quella di adattarsi e di riuscire ad affrontare le criticità attraverso le proprie competenze e le nuove teconologie, ovvero con ‘l’intelligenza artigiana’ che non può essere sostituita dall’intelligenza artificiale. Serve però – aggiunge – una riforma strutturale per rendere più appetibile la possibilità di fare impresa».

«La prospettiva per il 2024 relativamente al nostro tessuto imprenditoriale produttivo, che è fatto essenzialmente di micro e piccoli imprese è tutto fuorché scontato e pronosticabile nel breve termine – dice Santini, di Cna -. Purtroppo infatti permane una deleteria incertezza nel quadro geopolitico internazionale, che per una parte di esse rappresenta un rischio concreto per quanto riguarda i volumi di esportazione, ma al tempo stesso potenziali problematiche in termini di approvvigionamento».

«Le difficoltà contingenti, invasive e diffuse – prosegue Santini -, sono relative ad aspetti già noti e in più occasioni denunciati dalla Cna, come tasse e burocrazia, ancora troppo alti, ai quali si aggiungono prepotentemente le difficoltà di rieperimento di personale specializzato. Stiamo notando un allargamento della forbice tra le aziende che dichiarano prospettiva di crescita e di conseguenza si strutturano in tal senso trasformandosi in società di capitali e coloro invece che fanno fatica a stare nel mercato e per per loro si preannuncia un 2024 in affanno. Nonostante tutto – conclude -, il nostro settore manifatturiero, diffuso e diversificato, rappresenta un fattore essenziale della ricchezza del territorio e merita tutta l’attenzione da parte delle Istituzioni per renderlo sempre più competitivo, alimentando le linee di finanziamento nell’investimento in innovazione di processo, tecnologiche e gestionali».