PESARO – Crisi di liquidità, ma anche la corsa al prestito è una strettoia. E le aziende hanno un’autonomia di massimo due mesi.
I 25mila euro alle imprese previsti nel Decreto liquidità del Governo? Secondo Cna «saranno in pochi a riceverli dalle banche che osteggiano in ogni modo la concessione dei finanziamenti nascondendosi dietro la burocrazia.
Senza rimanere a guardare la Cna di Pesaro e Urbino, grazie al suo Confidi di riferimento, Uni.co. e grazie ad una prima tranche di aiuti messi in campo dalla Regione Marche, ha già soddisfatto diverse imprese locali. Ma sono ancora troppo poche e servono ulteriori risorse.
Mentre vi è ancora grande incertezza relativa alla fine del lockdown nelle Marche, preoccupa il fatto che nel prossimo provvedimento di aprile dovranno essere seriamente prese in considerazioni una serie di istanze necessarie per rasserenare il disagio sociale, prima che le preoccupazioni economiche.
«Tra le richieste che abbiamo avanzato – dicono il segretario della Cna Moreno Bordoni e il presidente dell’associazione, Alberto Barilari – ci sono infatti provvedimenti asimmetrici da sanare, come il credito d’imposta sugli affitti per gli immobili artigiani. Ed ancora l’immediata riapertura di settori a basso rischio e con produzioni stagionali che tardano ad essere concesse come l’edilizia e la moda. E poi ancora l’indennità per autonomi almeno a 1.000 euro, poiché ad oggi risultano essere meno dignitose del reddito di cittadinanza e della cassa integrazione per i loro dipendenti; la sospensione dell’F24 che il buon senso estenderebbe a tutti ed invece sono ancorati a criteri almeno discutibili; l’appello accorato delle imprese alimentari di poter riprendere l’attività concedendo il servizio da asporto nel rispetto del distanziamento sociale, dei dispositivi di sicurezza e di tutti i protocolli sanitari previsti«.
Le imprese sono in forte difficoltà. Secondo Cna la situazione più difficile la affrontano le imprese edili, che hanno liquidità a sufficienza per 2,4 mesi mentre le imprese manifatturiere hanno un’autonomia di 2,5 mesi, e gli alberghi e ristoranti arrivano a 2,7 mesi di liquidità. Con la produzione crollata di quasi il 20 per cento nel solo mese di marzo, si profila uno tsunami sul sistema produttivo marchigiano.
«Le avvisaglie della tempesta in arrivo – afferma Moreno Bordoni, – si sono avute con i dati del primo trimestre dell’anno. Alla fine di marzo le imprese erano diminuite di quasi 360 unità rispetto al 31 dicembre del 2019. In un anno, tra marzo 2019 e marzo 2020, il sistema produttivo in provincia di Pesaro e Urbino ha perso oltre 850 imprese. Per evitare un vero e proprio tracollo della nostra economia sono necessari urgenti interventi di ristoro e indennizzo a fondo perduto a favore delle imprese più piccole per far fronte ai mancati ricavi nel periodo di chiusura e sostenere i numerosi e onerosi costi fissi, a cominciare dagli affitti».