Economia

Fano, botteghe che chiudono e negozi sfitti ma non mancano segnali positivi

Il quadro generale non è dei più confortanti, anche se ci sono elementi che invece indicano una crescita come la nautica o come le attività di servizio. Lucarelli: «Una fotografia che potrà servire a progettare il futuro della città»

Scorcio notturno di Fano
Scorcio notturno di Fano

FANO – Popolazione in calo, botteghe che chiudono, meno attività che aprono rispetto a quelle che chiudono, negozi sfitti. L’economia fanese annaspa, come nel resto della provincia e delle Marche. Ma non mancano segnali incoraggianti in alcuni settori come quello dei servizi e della nautica.

La fotografia del Centro Studi della Cna, svelata ieri nel corso del convegno “Artigiani al centro”, organizzata da Cna di Fano e Assessorato alle attività produttive del Comune, racconta di un territorio che demograficamente ed economicamente è cresciuto vertiginosamente fino al 2013, per poi attestarsi su valori più bassi e discendere nel corso degli ultimi anni. Un quadro che non è dissimile da molte altre città delle Marche e che sconta gli effetti della globalizzazione, delle crisi economiche e della trasformazione vertiginosa dei mercati.

Ne hanno discusso in una Sala della Concordia gremitissima il segretario Cna delle Marche Moreno Bordoni, l’assessore alle attività economiche Etienne Lucarelli, il direttore del Centro Studi Cna, Giovanni Dini ed il professor Ilario Favaretto. Ha chiuso i lavori la presidente della Cna di Fano, Lucia Pierleoni. Il focus riguardava in particolare il centro storico ed il suo spopolamento e il progressivo abbandono di botteghe artigiane e piccolo commercio, ma il discorso si è poi allargato anche al resto della città grazie alla ricerca del Centro studi CNA delle Marche.

Nel comune di Fano la popolazione residente comincia a diminuire così come quella della regione e del Paese. A Fano a partire dal 2013 e la “caduta” demografica risulta particolarmente veloce perché in città la crescita demografica degli anni Duemila aveva portato a un picco più elevato rispetto alla regione e al Paese. Al 2012, infatti, la popolazione di Fano è aumentata di oltre il 10% rispetto a quella del 2001. Negli ultimi 10 anni la popolazione residente è in deciso calo a Fano (-5,3%), più che nella provincia e nella regione, assai più che nel Paese.

La popolazione residente straniera registra anch’essa una fortissima diminuzione a Fano più marcata di quella del complesso della provincia e più decisa ancora di quella della regione, in decisa controtendenza con la crescita che si registra nel Paese. La composizione per classi età vede Fano più “vecchia” rispetto alla provincia: per la minore incidenza della fascia dei giovanissimi (0-14 anni) e per la maggiore incidenza degli over 65 nel 2022. Di conseguenza, l’età media della popolazione è più elevata che nella provincia nel suo complesso. Nel periodo 2002-2021 l’età media è cresciuta più decisamente a Fano che nella provincia.

Nel comune di Fano l’artigianato perde considerevolmente imprese durante gli ultimi dieci anni; il numero di imprese artigiane cala però più a Fano che nella provincia: -20,4% a Fano e “solo” -18,6% nella provincia di Pesaro. Si registra invece una crescita di imprese nel noleggio e servizi di supporto alle imprese; “tiene” il commercio-riparazioni di veicoli; si riduce drasticamente il numero delle imprese edili e manifatturiere, degli autotrasporti e della ristorazione, delle attività professionali scientifiche e tecniche e dei servizi alla persona.

Durante gli ultimi 10 anni (dal settembre 2013 al settembre 2023) le imprese attive (artigiane e non) nei servizi di alloggio e ristorazione calano di numero a Fano (-21 unità). In particolare, nel comune di Fano si registra una diminuzione di numero dei ristoranti (-23) e soprattutto dei bar e degli altri esercizi simili senza cucina (-36 unità).

Se si considerano le imprese attive nel commercio al dettaglio (tessuto di imprese importantissimo nella vita delle città) si vede come Fano registri negli ultimi dieci anni un ridimensionamento, particolarmente marcato (-26,2%). Poche sono le fattispecie di commercio che registrano un aumento delle imprese attive e solo una registra un aumento di rilievo: il commercio al dettaglio per corrispondenza o attraverso internet.

Particolarmente forti le perdite di imprese del commercio al dettaglio in esercizi non specializzati con prevalenza di alimentari, nel commercio di giornali e articoli di cartoleria in esercizi specializzati, nel commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento e di calzature e articoli in pelle; nel commercio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento calzature.

A Fano le attività artistiche e tradizionali hanno una composizione dove predominano le produzioni di oggetti di gioielleria e oreficeria, di oggetti in metallo lavorato, della sartoria su misura. Le variazioni negli ultimi dieci anni mostrano che a Fano le attività artistiche culturali e tradizionali calano di numero (-13,0%). L’indebolimento di questo comparto nella città di Fano si deve soprattutto all’oreficeria.

Il quadro generale non è dei più confortanti, anche se ci sono elementi che invece indicano una crescita come la nautica, che solo a Fano conta oltre 800 addetti o come le attività di servizio. Cresce anche la manifattura anche se parliamo di attività produttive che si trovano al di fuori del centro storico. Tendenzialmente le imprese di medie dimensioni a Fano in questi anni si sono consolidate ed hanno aumentato il numero di dipendenti. In controtendenza con un centro storico dove botteghe artigiane e piccolo commercio hanno progressivamente lasciato il passo a catene commerciali e negozi in franchising.

«I dati che ci ha fornito Cna – ha detto l’assessore Etienne Lucarelli – ci serviranno per mettere a punto azioni e progetti che servano a rilanciare il nostro centro storico ed il made in Fano, valorizzando le attività tipiche, i prodotti del territorio, i negozi storici; insomma tutto ciò che da una identità alla nostra città e al territorio. Non sarà facile ma è una sfida che ci vogliamo giocare di qui ai prossimi anni in un confronto sempre più costruttivo con il tavolo economico ed il mondo associativo».

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