Economia

In calo le imprese artigiane nelle Marche ma crescono quelle con più di 15 dipendenti. Il report Ebam

L'Ebam-Ente Bilaterale Artigianato Marche fotografa lo stato di salute delle imprese artigiane sul territorio regionale. Solo nelle province di Ancona e Pesaro si rilevano saldi positivi dell’occupazione

Settore tessile, immagine di repertorio

Le imprese artigiane ancora in calo (-2%). Trend positivo solo per quelle con più di 15 dipendenti. L’occupazione è stabile. Ecco la sintesi dello stato di salute delle imprese artigiane delle Marche riferite al II semestre 2023 fotografato da Ebam, Ente Bilaterale Artigianato Marche. «I dati confermano un trend di crescita per le imprese artigiane con più di 15 dipendenti – dice il presidente Riccardo Battisti – e quindi più strutturate e orientata ai mercati locali anche se non in tutti i settori di attività».

«L’occupazione nell’artigianato – aggiunge il vicepresidente Massimo Giacchetti – ha per il 70% un contratto full time e l’85% è assunto a tempo indeterminato». E cresce il ruolo di Ebam per il sostegno allo sviluppo delle imprese e per il welfare ai lavoratori. «Le prestazioni erogate da Ebam nel 2023 aumentano rispetto al 2022 e rispondono alle 3.168 richieste per un valore di 1.400.000 euro a cui si sommano quelle del FIAM, fondo integrativo per malattia ed infortunio, per un totale complessivo di 1.475.000 euro», spiega la direttrice di Ebam Cinzia Marincioni. I dati riferiti all’attività di Ebam evidenziano che riguardo alle imprese aumentano maggiormente le erogazioni destinate ad incentivare l’innovazione tecnologica che comprende anche quella digitale e green per un valore di 532.000 euro a cui seguono quelle per l’occupazione aggiuntiva per 253.000 euro, calamità naturali per 66.850 euro, etc. Riguardo alle persone (dipendenti, titolari, soci collaboratori), svettano quelle per il contributo sanitario, il bonus nascite, il bonus bollette energia elettrica, la maternità facoltativa per un valore complessivo che ammonta a 511.000 euro.

Un momento della presentazione del rapporto Ebam sulle imprese artigiane delle Marche nel II semestre 2023

Imprese artigiane Marche, alcuni numeri (Fonte Ebam)

I dati elaborati da Ebam evidenziano che a luglio 2023 le imprese erano 10.781 mentre nel 2022 erano 11.002 (-221) pari al -2%. I lavoratori 52.089 contro i 52.394 del 2022 (-335) pari allo 0,6%. Solo nelle province di Ancona e Pesaro si rilevano saldi positivi dell’occupazione, rispettivamente + 132 e + 100 lavoratori.

Riguardo alle imprese nei settori economici, la Meccanica si conferma il settore di punta restando al 36% rispetto al 2022 con 3.872 imprese; sale al 17% (+1% del 2022) quello dei Servizi con 1.784 imprese, segue la Moda con 1.297 imprese, rappresentando il 12% rispetto al 13% del 2022 esattamente come per l’Alimentare, il legno al 7% con 712 imprese, i trasporti al 4% con 472 imprese, la comunicazione al 2% con 251 imprese, la chimica con il 2% con 257 imprese e le varie 8% con 811 imprese.

Riguardo ai lavoratori la composizione percentuale cambia. il 36% è nel settore della Meccanica con 19.119 unità, il 17% nel settore Moda con 8.858 unità, il 12% nel settore Alimentare con il 6.244 unità, il 9% nei servizi alla persona con 4.725 unità, l’8% nel legno con 4.106 unità, il 4% nei trasporti con 1.987 unità, il 3% nella comunicazione con 1.284 unità, ed il 3% nella chimica con 1.738 unità ed altri Servizi il 7,7% con 4.028 unità.

Analizzando la collocazione geografica, nella provincia di Ancona si concentrano il 26% delle imprese, segue Pesaro Urbino con il 25,5%, Macerata con il 22%, Fermo con il 15% ed Ascoli Piceno con il 11,5%.
La densità dei lavoratori nei vari settori registra che ad Ancona e a Pesaro Urbino vi sono il 27% di occupati, a Macerata il 22%, a Fermo il 15% e ad Ascoli Piceno il 9%.

Riguardo la dimensione aziendale, nella fascia da 1 a 5 dipendenti si concentra il 72,3% delle imprese era del 72,8% nel 2022, in quella da 6 a 15 il 22,4% ed in quelle con più di 15 dipendenti il 5,3%, era il 4,9% nel 2022; da rilevare un aumento delle imprese nella fascia con più di 15 dipendenti (+ 5%).
Diversa la composizione dei lavoratori: nella fascia tra 1 e 5 dipendenti si concentra il 34%, in quella tra 6 e 15, il 42% ed in quella con più di 15 dipendenti il 24% (era del 22,8%) ed è l’unica a registrare un incremento di unità (+643).

Nel settore della Meccanica si concentra il maggior numero di lavoratori in ogni fascia dimensionale, mentre nel settore Moda e Legno si concentrano le aziende da 6 dipendenti in su, a conferma della presenza di imprese manifatturiere più strutturate; calano gli occupati nelle imprese da 1 a 5 dipendenti ed aumentano in ogni settore gli occupati nelle aziende con + 15 dipendenti fino quasi alla compensazione del gap.

Analizzate le tipologie contrattuali, nell’Artigianato il 71% dei lavoratori ha un contratto di lavoro full time pari a 36.851 lavoratori con diverse percentuali per fasce d’età; in quella tra 16-24 anni, il 70%, fra i 25 e 29 il 75%, tra i 45 e 64, il 70% ed in quella +65, il 49%. Nel settore della Meccanica è pari al 81%, nella Moda al 70%, nell’ Alimentare al 45% e nei Servizi alla persona il 32%. I lavoratori part time sono 15.238 e rappresentano il 29% dell’occupazione, il 30% nella fascia di età fra i 16 e 24 anni, il 21% in quella fra i 35 e 44 anni, il 6,9% nella fascia centrale fra i 45 -64 anni ed il 51% in quella degli over 65 anni.
I contratti a tempo indeterminato sono 44.063 e rappresentano l’85% e determinato il 15% (era del 13% nel 2022) con 8.026 lavoratori. Il tempo determinato è più diffuso nel settore dell’Alimentare pari al 29% e nei Servizi alla persona al 21%. Nella provincia di Pesaro Urbino il tempo determinato rappresenta il 17% ed Ancona e Fermo il 14,6%.

Riguardo alla composizione di genere: il 42% è femminile (22.046) ed il 58% maschile (30.043). Nel settore dei servizi l’occupazione femminile è dell’85% e nella Moda ed Alimentari del 62%. Nella provincia di Pesaro Urbino cresce dello 0,6% con il 40,6%, Macerata il 42,5%, Ascoli Piceno il 41%, Ancona il 43% e la provincia di Fermo resta quella più rosa col il 44%. L’occupazione si invecchia e cresce di un ulteriore 1% la percentuale rispetto al 2022 nella la fascia dai 45 ai 64 anni che da sola rappresenta il 43%.
Riguardo alle fasce d’età: l’occupazione femminile si concentra in quella fra i 45 e 64 anni (pari al 48% e più 6 punti rispetto alla media). Riguardo a quella maschile, la fascia 45-64 anni è pari invece al 39% sul totale.
Nella fascia 35-44, sia quella femminile che quella maschile è pari al 22%.
Analizzando l’occupazione nei settori: nella Moda si concentra il 25% dell’occupazione femminile, il 18% nei Servizi e il 17.7% nell’Alimentare. Nella Meccanica si concentra l’occupazione maschile per il 76% e, prevalentemente nella fascia 45-64 anni, per il 39%.
 
Per quanto concerne il Fondo di solidarietà bilaterale alternativo FSBA, nel 2023 sono state 1.030 le imprese che hanno fatto richiesta dell’ammortizzatore sociale FSBA per 6.838 lavoratori. Il fabbisogno registrato è stato di 9.381.998 euro con un incremento del 53% rispetto al 2022 che era stato di 6.100.035.
Nelle Marche il settore che svetta è quello della Moda (Calzature-Pelli-Tessili-Abbigliamento), con richieste per un valore di 4.478.000 euro, rappresentano il 47,8% del fabbisogno. Segue la Meccanica con 2.518.625 euro (27%) ed il Legno con 770.534 euro (8%).
La provincia più interessata è stata quella di Fermo con il 36 % del fabbisogno richiesto, Pesaro Urbino con il 21%, Macerata con il 21%, Ancona con il 17%, e Ascoli Piceno con il 5%.
L’anno 2024 registra ancora un pesante aumento di richieste di ammortizzatore sociale di oltre 5 milioni di euro fino ad aprile 2024. Il settore della calzatura presenta uno stato di grave difficoltà.