«Il nostro territorio provinciale continua a cambiare pelle e purtroppo il raffronto dell’anno appena terminato rispetto al 2018 afferma chiaramente come i settori tradizionali che non hanno saputo innovare ed internazionalizzare continuano a soffrire di più degli altri». Queste le parole di Massimiliano Santini, direttore CNA Provinciale di Ancona, a 2020 appena iniziato.
Il 2019 consegna alle Marche un quadro desolante per il nono anno di fila, con un totale delle imprese attive nella provincia di Ancona di 34.592 unità, quindi 252 in meno rispetto allo stock di fine 2018. In termini percentuali, la perdita equivale al -0,7%, seppur meno marcata rispetto al -0,9% delle Marche nello stesso periodo. Le contrazioni in termini assoluti di imprese attive nel 2019 riguardano il commercio (200 imprese in meno), l’agricoltura, silvicoltura e pesca (-131), le costruzioni (-79) e le manifatture (-52). A fare da contraltare a questa rituale tendenza, vi sono alcune attività di servizio ad alto contenuto di conoscenza, ma non solo, che aumentano invece di numero, basti pensare al +53 delle imprese del settore noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, +45 per le imprese delle attività professionali scientifiche e tecniche, +33 relativo alle attività immobiliari.
«Tra i settori più sensibili a questa dinamica annosa ed incessante – prosegue Massimiliano Santini – si collocano le pelli e le calzature (-7,1%), le produzioni di carta (-8,9%), il legno-mobile, che perde complessivamente 17 imprese attive, come altri storici settori della meccanica, ovvero la fabbricazione di veicoli (-8,8%) e la metallurgia (-5,9%).
È importante rilevare, invece, la crescita delle imprese registrata dai prodotti in metallo (+1,3% corrispondenti a 10 unità in più). I dati che ci vengono forniti confermano la difficoltà con la quale si fa fatica ad intraprendere un’attività autonoma, tant’è che anche nel 2019 le nuove iscrizioni alla camera di commercio calano di 56 unità rispetto all’analogo periodo del 2018 (-2,5%), un dato sfavorevole e in decisa controtendenza con quello complessivo marchigiano (+1,6%). Agricoltura e manifattura segnano il passo, mentre informatica, comunicazione, attività scientifiche e tecniche, agenzie di viaggio e servizi alle imprese sono le attività più quotate. Anche le costruzioni hanno ripreso a tirare, ma la numerosità delle cessazioni portano il saldo complessivo in terreno negativo».
Maurizio Paradisi, presidente CNA Provinciale di Ancona: «Sul fronte occupazionale l’elaborazione fatta dal nostro Centro Studi in base ai dati dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro della Regione Marche ci dice che nella nostra regione l’insieme degli ingressi nell’occupazione segna una flessione del -12,6%, dovuta esclusivamente alla componente del lavoro alle dipendenze (-16,4%), mentre si osserva una forte contrazione della somministrazione (-51,3%) e del tempo determinato, in calo del -6,6%.La domanda di lavoro mostra segni di debolezza in tutte le province delle Marche e quella anconetana (-14,7%) è seconda solo ad Ascoli Piceno. Per i saldi assunzioni-cessazioni nello stesso periodo la diminuzione è molto più decisa nella componente del lavoro dipendente (-52,8%) rispetto agli altri contratti (-14,5%)».
Il mercato immobiliare anconetano sta reagendo, anche se meno bene rispetto a quello regionale, con un aumento tendenziale annuo 2019 su 2018 degli scambi del 10%, contro un dato regionale del 15%.
Va un po’ meglio per il credito, che vede nel 2019 una sostanziale tenuta per l’ammontare dei prestiti (nelle Marche sono calati dello 0,8%), una crescita dei depositi dell’1,4% (nelle Marche solo dello 0,8%) ed un incremento dei titoli a custodia del 2,9%, mentre nelle Marche sono calati (-1,2%).
Infine il commercio estero per la provincia di Ancona nel 2019 è decisamente sottotono rispetto ai dati della regione, con le esportazioni solo in lieve aumento (+1,9%) e con un saldo della bilancia commerciale estera del +2,6%, poiché le importazioni crescono meno (+1,7%). La crescita delle esportazioni nella provincia è trainata dai mezzi di trasporto, che coincidono con la nautica. Riprende a crescere anche l’export dei beni strumentali (+16,1%), mentre è in forte calo (-16%) sia il sistema moda, che quello degli elettrodomestici.