Economia

Marche, distretto del cappello in affanno. Servono risorse e manodopera specializzata

Il punto con la Federazione Italiana Industriali dei TessiliVari e del Cappello che ha diffuso alcuni numeri su dati Istat relativi al primo semestre

Da Pixabay di Sasint

Cappello in affanno in Italia a nelle Marche. Il punto con la Federazione Italiana Industriali dei TessiliVari e del Cappello che ha diffuso alcuni numeri su dati Istat, relativi al periodo gennaio-giugno 2024, comparati con i dati a consuntivo del primo semestre relativi al 2023, 2022, 2021, 2020 ed anche con quelli riferiti allo stesso segmento del 2019, pre-pandemia.

Il Comparto del Cappello a livello nazionale nel primo semestre del 2024 presenta, rispetto allo stesso segmento del 2023 ancora un piccolissimo aumento per quanto riguarda le esportazioni dei berretti (192,8 milioni di Euro, + 1,4%), benché in costante diminuzione, poiché per la seconda parte dell’anno le previsioni sono in ulteriore peggioramento, essendo il settore storicamente uno degli ultimi, se non l’ultimo, nell’ambito del comparto Moda e Accessori ad essere investito e dunque a recepire quello che viene definito nell’accezione negativa “l’inverno degli ordinativi”. «Ma questo Primo Semestre resta dunque pur sempre ancora per poco in positivo anche nei confronti degli anni del Covid, +7,6% sul 2022, +47,8% sul 2021, +155,8 % sul 2020, oltre ad un +104,5% anche sul 2019 pre-pandemia), anche se non per le importazioni che continuano a registrare invece ormai una tendenziale diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2023», spiega la Federazione.

Anche per quanto riguarda i cappelli di paglia, che avevano invertito la rotta dal primo trimestre del 2022, in questi primi sei mesi del 2024 continuano invece a registrare una ormai nuova tendenziale diminuzione sia per quel che concerne le esportazioni (15,9 milioni di Euro, -10,9% sul 2023, in negativo -5,3% anche rispetto al 2022, pur rimanendo in territorio positivo nei confronti degli anni del Covid, +41,0% sul 2021, +33,6% sul 2020, ma altresì +5,2%, anche se confrontate con il 2019, dunque prima della Pandemia), oltre che per le importazioni, che continuano anch’esse a registrare una corposa e tendenziale diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2023 (11,3 milioni di Euro, -36,7%), benché rimangano ancora per poco in positivo nei confronti degli anni precedenti e dunque durante il Covid, +7,7% sul 2022, +179,8% sul 2021, +113,9% sul 2020, oltre ad un +49,8% anche sul 2019 pre-pandemia).

«Gli ultimi dati relativi al Settore Cappello in Italia confermano dunque ancor di più il cambio di paradigma, legato anche ad un modificato approccio rispetto alle priorità dei fruitori e consumatori finali anche legati al segmento del lusso, che vanno dunque ad incidere sul lifestyle, come evidenziato anche dai dati di tutto il comparto moda e accessori, già registrato nei dati a consuntivo del 2023, avendo ormai completamente e definitivamente esaurito la cosiddetta “onda lunga” del rimbalzo post-pandemia. Che aveva illuso anche i principali gruppi e multinazionali dei del lusso a livello globale con previsioni di volumi di produzioni troppo ottimistiche, che hanno generato rimanenze e merce invenduta nei propri magazzini pari a quasi 5 miliardi di euro, che non possono essere svendute pena la loro perdita reputazionale».

«Ora bisognerà continuare a monitorare attentamente se e quanto l’incertezza e l’insicurezza determinate ancora dalla persistenza della guerra Russo-Ucraina, aggravate dal conflitto tra Israele e Hamas, che stanno altresì favorendo questo cambio di priorità nello stile di vita delle persone, potranno continuare ad influire negativamente ed a peggiorare ulteriormente una situazione già molto precaria, anche per i restanti e successivi dati di tutto il 2024».

Per quanto concerne le importazioni il paese maggior fornitore, con il 27% del totale importato resta la Cina (con 28,9 milioni di euro, malgrado un altro consistente rallentamento.

Distretto del cappello, le Marche

Il 70% del valore in termini di aziende, addetti e fatturato spetta al Distretto del Cappello Fermano (Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Falerone) – Maceratese (Mogliano, Loro Piceno, Sant’Angelo in Pontano) il cui core-business è rappresentato dai soli comuni di Montappone e Massa Fermana, dove risiedono oltre l’80% delle aziende del Distretto e circa il 50% di quelle su scala nazionale. Le imprese sono 85, compreso l’indotto e gli addetti circa 1350.

«Anche e soprattutto in questo momento di difficoltà hanno pesato ancor di più alcune questioni che coinvolgono naturalmente anche il nostro Distretto del Cappello. A partire dalla mancata inclusione nella Zes-Zona Economica Speciale ora divenuta Unica Nazionale. Ma in questo momento di scarsità delle commesse paradossalmente non va comunque dimenticato il persistente problema della manodopera specializzata, che si ripresenterà puntuale quando sarà passata questa ulteriore emergenza, sempre legato al ricambio generazionale ed alla formazione da portare avanti in modalità permanente all’interno delle aziende e dei laboratori. È dunque altresì necessaria ed imprescindibile proprio in questo momento di difficoltà per le aziende finanziare la cosiddetta Formazione Continua On The Job” da effettuarsi in azienda “in house”, non solo per le nuove maestranze, ma anche e soprattutto per quelle ancora in forza alle imprese. È fondamentale quindi rimodulare subito, anche alla luce delle attuali problematiche e criticità, le risorse del Fse (Fondo Sociale Europeo) e del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) affinché non vengano disperse o sprecate in mille rivoli, ma che vadano destinate realmente alle aziende anche e soprattutto a partire dai prossimi difficili mesi da affrontare. Questo per arginare e ribaltare questa tendenza che rischierebbe invece di far scomparire a breve, in periodi complicati come quello che stiamo attraversando, interi comparti e distretti produttivi, incluso quello del Cappello».