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Giancarlo Polidori e quella maglia gialla al Tour de France

In questa ricorrenza, il campione locale è stato omaggiato con premi e riconoscimenti. «Ritornare indietro con i ricordi a quel periodo è sempre una bella cosa», ha detto l'ex professionista oggi 74enne. Nella sua lunga carriera tanti successi, anche la maglia rosa e una tappa al Giro d'Italia. Il suo anno d'oro fu il 1971

Il sassoferratese Giancarlo Polidori impegnato al Tour de France del 1967

SASSOFERRATO – Era il 2 luglio 1967 quando – nella terza tappa del Tour de France, di 248 chilometri, da Caen ad Amiens vinta dall’italiano Marino Basso – il ciclista sassoferratese Giancarlo Polidori indossava la mitica maglia gialla della Gran Bouclé francese. Esattamente cinquanta anni fa. Quel Tour fu poi vinto dal francese Roger Pingeon, ma l’impresa di Polidori – da allora – è sempre rimasta scolpita nella memoria della gente di Sassoferrato. E delle Marche del ciclismo intere. Tanto che, in occasione di questa tonda ricorrenza, a Sassoferrato si è svolto un omaggio al grande campione locale, professionista per dieci anni dal 1966 al 1976, un periodo in cui ebbe modo di confrontarsi con ciclisti del calibro di Merckx e Bitossi, Gimondi e il giovane Moser… tanto per citarne alcuni.

«Ritornare indietro con i ricordi… mi ha fatto un po’ rivivere quel gran periodo, ed è sempre una bella cosa», ha avuto modo di dire Polidori durante l’evento a lui dedicato.

Nato a Sassoferrato nel 1943, si avvicinò al ciclismo quasi per caso… «Venivo dal mezzofondo a piedi, dove stavo ottenendo anche dei buoni risultati – ricorda -. Fu Mario Roia (allora direttore sportivo della S.C. Catria – Pergola, nda) a vedere in me un talento che poteva avere delle possibilità nel ciclismo: fu capace di trasferirmi il giusto entusiasmo e così è iniziata la mia carriera».

Passista veloce e fondista, Polidori – dicevamo – è stato professionista per dieci anni, durante i quali ottenne diversi successi soprattutto in classiche nazionali, ma anche in corse a tappe straniere, per un totale di 24 vittorie, tra cui una tappa del Giro d’Italia e una Tre Valli Varesina, ma anche in corse a tappe straniere come al Giro di Svizzera e al Giro di Romandia. Il suo anno d’oro fu il 1971 quando si impose al Giro di Toscana, al Giro del Veneto, alle Tre Valli Varesine, finì secondo al Trofeo Matteotti e al Giro di Romagna, e terzo nella Coppa Placci e nel Giro dell’Emilia, fino ad un importantissimo quarto posto ai Mondiali su Strada di Mendrisio. Quell’anno gli venne assegnato il “San Silvestro d’Oro” come miglior professionista italiano.

Sia al Tour de France, come detto, che al Giro d’Italia riuscì ad indossare il simbolo del primato, la maglia gialla e rosa, anche se solo per pochi giorni.

«Polidori è un personaggio che non ha mai interrotto il suo legame con Sassoferrato – sono parole del sindaco Ugo Pesciarelli: – nonostante i successi ottenuti, è rimasto sempre umile e semplice».

«Abbiamo pensato di organizzare questa festa come segno di affetto verso un uomo che non è stato solo campione, ma che è sempre rimasto una persona buona, semplice e disponibile», è il pensiero del professor Galliano Crinella, promotore dell’iniziativa.

Il Comune di Sassoferrato ha consegnato a Polidori una targa, l’Istituto Internazionale di Studi Piceni (ente organizzatore dell’evento) una ceramica realizzata dall’artista Raimondo Rossi, mentre gli amici del Gruppo Ciclistico Avis Sassoferrato hanno confezionato una maglia gialla, riproduzione di quella conquistata nel 1967.