FABRIANO – Il flop dell’Accordo di programma non sorprende i vertici delle associazioni di categoria degli artigiani di Fabriano. «Meglio puntare sul progetto degli Interventi territoriali integrati», dichiarano all’unisono il segretario della Confartigianato Simone Clementi e il presidente della Cna Maurizio Romagnoli.
Al momento, 84 posti di lavoro per oltre 9milioni di intervento, questo il magro conto che l’Accordo di programma ha determinato per il fabrianese. Il numero degli occupati potrebbe salire a 95, se gli ultimi due progetti inseriti in graduatoria saranno finanziati con la parte restante del plafond a disposizione, circa 4milioni di euro.
«L’Accordo di programma – dichiara Clementi – doveva essere la panacea per Fabriano, invece è stato un flop, non ha portato assolutamente a nulla. I numeri sono sotto gli occhi di tutti. Al momento, fra i progetti finanziati, c’è solo un’azienda, la QS Group, su Fabriano, le altre due non hanno sede qui. E anzi vorrei sapere se la Osl Technology e la Cablo Spa verranno nell’area industriale di Fabriano. Se così non fosse, sarebbe ancora peggiore il risultato finale. Avevamo sempre detto che sarebbe andata a finire così, ma è andata addirittura oltre il nostro pessimismo. Assurdo tagliare fuori le Pmi, si è persa un’occasione per aiutare il territorio, lo abbiamo denunciato immediatamente. Non è servito a nulla. Eccessiva burocrazia e soglie di investimento eccessivamente alte hanno determinato questo flop. Credo nei fondi Gal, fondi per startup e innovazioni sulle aziende e diversificazioni, ci stiamo lavorando da tempo per bandi per micro e piccole imprese che potrebbero portare un maggior risultato su tutto il territorio. Oltre naturalmente agli Iti sui quali nutriamo molta fiducia», conclude.
«Abbiamo sempre denunciato come l’Accordo di programma andasse in direzione opposta rispetto a ciò che serviva al territorio. Una misura tarata sulle grandi aziende e, come si è visto, non è stata una grande idea. L’economia reale non ha beneficiato di questo: 84 posti di lavoro sono nulla per oltre 9milioni di investimenti, abbiamo perso tempo. Anche se si dovessero aggiungere gli altri 11 posti di lavoro, il mio giudizio non cambierebbe. Lavoriamo sugli Iti, nati dall’idea di Urbano Urbani, e che ha già dato il via alla piattaforma tecnologica che è quasi pronta. Con la seconda parte dei finanziamenti abbiamo già la possibilità che 700 imprese possano fare domanda e tutto questo grazie alla sinergia fra Regione, associazioni di Categoria e aziende che stanno, finalmente, parlando la stessa lingua. Sono meno fondi, ma credo che possano dare di più in termini di investimento e occupazione», conclude Romagnoli.