FABRIANO – Si chiude il giallo relativo alla ricostruzione che sta portando alla chiusura del Punto nascita dell’ospedale di Fabriano. Il segretario regionale del Pd, Giovanni Gostoli, il segretario della sezione fabrianese, Francesco Ducoli, e il consigliere comunale, Michele Crocetti, hanno fatto definitivamente luce sulla situazione fino a ieri. E, alla fine, hanno proposto anche un ulteriore passo in avanti, con un appello all’unità, senza distinzioni di colore politico.
Ma prima di ciò, l’attacco frontale nei confronti del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli. «Abbiamo tutta la documentazione che dimostra le falsità dette dal primo cittadino. Ma sia chiaro, dopo oggi, non ne parleremo più, perché per noi il mantenimento del Punto nascita trascende il colore politico. È un servizio indispensabile che deve rimanere nel territorio e tutti devono fare il possibile per conseguire questo obiettivo», l’incipit di Michele Crocetti.
L’onere della ricostruzione, carte alla mano, è toccato al segretario locale, Francesco Ducoli. «Il primo atto è la richiesta di deroga avanzata dalla Regione Marche al ministero della Salute il 22 novembre 2017, viene fatta una fotografia della situazione. La Regione scrive che il Punto nascita di Fabriano risulta essere l’unico riferimento in zona montana e disagiata dal punto di vista oro-geografico, oltre che infrastrutturale. Una menzogna di Santarelli sulla chiusura perché non era garantito il servizio h24. Il ministero della Salute il 18 marzo 2018 chiede lumi. La Regione risponde che la presenza h24 è garantita anche con il supporto di specialisti pediatri provenienti da altre unità operative complesse del presidio unico di Area Vasta».
Subito dopo, il 17 luglio, il presidente Ceriscioli scrive al ministro Giulia Grillo. «La Regione Marche ha garantito il servizio nella massima sicurezza e adeguatezza delle prestazioni per le mamme e per i nascituri. Rinnoviamo l’appello al Ministro perché il reparto di Ostetricia possa continuare a dare alle mamme e i bambini la tranquillità di accedere a un servizio in prossimità delle loro residenze, considerando anche il contesto geografico complesso dal punto di vista della viabilità. Senza l’esplicita deroga la Regione Marche si vedrà costretta a chiudere il Punto nascita». Risposta del Ministro mai giunta.
Il 30 agosto dall’Asur si chiede a Ceriscioli che cosa si deve fare, Ceriscioli risponde il 4 settembre, «si ritiene che nelle more della definizione dell’interlocuzione avviata dal Presidente della Regione Marche con il ministro della Salute, il Punto nascita di Fabriano possa restare attivo».
Si arriva, infine, all’estratto del questionario Lea. «Il Sindaco ha dichiarato che la Regione ha barrato tutte le caselle compresa quella sulla chiusura formale, predisponendo gli atti a maggio 2018. La verità è un’altra, la Regione non ha barrato le caselle perché ancora il parere del comitato Percorso nascita è giunto a luglio 2018. Il 13 dicembre, su carta intestata del ministero della Salute, la richiesta di trasmissione dell’atto di chiusura pena una decurtazione della premialità di 50milioni di euro, con tutto l’iter che conseguentemente si è messo in moto».
La ricostruzione, carte alla mano, è questa. «Da sottolineare, come primo punto, che non è ammissibile che ci sia un Sindaco che dichiari falsità in presenza di atti pubblici e su un tema così sensibile. Comportamento irresponsabile e gravissimo. Il secondo punto è che c’è bisogno dell’intervento di tutti per salvare il Punto nascita. Non vogliamo uno scontro politico sterile. Chiediamo un intervento forte del ministro Grillo perché i tempi ancora ci sono. Santarelli si attivi immediatamente per la fissazione di un incontro istituzionale con tutti i soggetti coinvolti, visto che ha ottimi rapporti con questo Governo, come ha sempre dichiarato», ha concluso Ducoli.
Ha rafforzato questo appello, il segretario regionale del Pd, Giovanni Gostoli. «Vogliamo riportare il dibattito nei giusti binari visto che si parla di salute dei cittadini, togliamoci la casacca politica. Facciamo squadra, uscendo dal campo politico, facciamo insieme questa battaglia. La Regione Marche ha fatto i passi di sua competenza come si evince dalla documentazione ufficiale, ora spetta al ministero della Salute. Sono il Governo del cambiamento, siano conseguenti cambiando i contenuti dell’accordo Stato-Regioni, possono farlo, sono loro al governo. Nel frattempo, spero che il nostro appello al buonsenso sia accolto da tutti: la Regione si impegna a mantenere tutti i servizi qualitativi e il ministero della Salute firma la deroga. Per conseguire ciò, serve un incontro urgente con il ministro Giulia Grillo, dove possano essere presenti tutti i soggetti coinvolti da questa vicenda».