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Fabriano, aperta procedura di mobilità per tutti i dipendenti ex JP Industries

Questa l’ennesima mossa dell’imprenditore cerretese, Giovanni Porcarelli, che rischia di far finire in strada quasi 600 lavoratori. L'ira dei sindacati

Assemblea lavoratori JP Industries (foto di repertorio)

FABRIANO – Indelfab di Fabriano ha aperto la procedura di mobilità per tutti i dipendenti ex JP Industries. Questa l’ennesima mossa dell’imprenditore cerretese, Giovanni Porcarelli, per una vicenda che si trascina da oltre dodici anni, da quando cioè l’allora JP Industries ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni costituito dagli stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e Maragone e quello umbro di Gaifana, riassumendo 700 dipendenti, equamente distribuiti fra Marche e u Umbria. Quei dipendenti, nel frattempo, scesi a 584, rischiano ora di finire in strada, senza più un lavoro: 305 degli stabilimenti di Fabriano, Santa Maria e Maragone, 269 operai e 36 impiegati; 279 del sito di Gaifana in Umbria, 268 tute blu e 11 colletti bianchi. L’ira dei sindacati di categoria. Lunedì 24 agosto, alle 10, assemblea dei lavoratori nella sala mensa del sito produttivo di Santa Maria.

Torna a salire vertiginosamente la temperatura nella vertenza annosa relativa alla Indelfab di Fabriano, nuovo nome della JP Industries. Azienda che, di fatto, non è mai stata operativa a pieno regime, ma in cui si è lavorato per brevissimi periodi. Il sostegno al reddito dei lavoratori è stato sempre garantito dal ricorso alla cassa integrazione, negli ultimi mesi anche con causale Covid. Ammortizzatore sociale che, in teoria, potrebbe terminare a fine 2020.

Giovanni Porcarelli non è nuovo a mosse del genere. Già nel 2016, a luglio, aveva aperto una procedura di mobilità per oltre il 50% della forza lavoro dell’epoca. Salvo, poi, ritirarla ufficialmente nei primi giorni di agosto, dietro rassicurazioni in merito di prosecuzione dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali e di fondi destinati alla JP Industries dall’Accordo di programma per le aree colpite dalla crisi della Antonio Merloni.

Nonostante ciò, però, la produzione non è mai partita pienamente. L’ultimo anno è stato vissuto sulle montagne russe. Prima, la domanda di concordato con annesso un piano concordatario, poi ritirato, in cui erano previsti, fra l’altro, ben 343 esuberi sui 584 dipendenti a oggi rimasti. Quindi a fine giugno, il cambio di nome da JP Industries a Indelfab, “Industrie elettrodomestiche fabrianesi” e il 3 luglio la messa in liquidazione dell’azienda. Si attendeva la nomina dei commissari da parte della sezione Fallimentare del Tribunale di Ancona e la probabile nuova domanda di concordato. E invece, la doccia gelata dell’apertura della procedura di mobilità per tutti i dipendenti.

«Fim Fiom e Uilm Ancona nella giornata odierna hanno ricevuto comunicazione dalla Direzione Azienda della Indelfab, ex JP Industries di Fabriano, dell’invio della procedura di mobilità per la totalità dei dipendenti occupati tra Umbria e Marche. Solo nei siti di Fabriano ad oggi sono occupati oltre 300 persone che da tempo si trovavano in cassa integrazione a causa della sospensione dell’attività per Covid. Alla luce del nuovo Decreto Agosto la direzione aziendale decide di procedere in maniera unilaterale con il licenziamento collettivo – continua la dura nota sindacale -. Inoltre, ad oggi, non risulta nessun piano di concordato presentato al tribunale di Ancona e pertanto è il Liquidatore, Giovanni Porcarelli che decide in maniera unilaterale della sorte delle quasi 600 famiglie, senza dare spiegazioni su come si intenderà sanare la situazione debitoria accumulata in questi anni, di cui una parte importante proprio nei confronti dei dipendenti stessi. Fim Fiom e Uilm Ancona ribadiscono la totale contrarietà ad ogni tipo di licenziamento, alla luce del fatto che ancora si possono utilizzare ulteriori strumenti di ammortizzatori sociali, e chiederanno immediatamente un tavolo di confronto presso la regione Marche e al ministero dello Sviluppo Economico».